Nicola Lagioia a Brainfood: 'In Italia parliamo dell'importanza della lettura, ma non investiamo'
pubblicato il 8 gennaio 2016 alle ore 15:48
Nicola Lagioia è l'ospite di questa nuova puntata di BrainFood, il format prodotto da Fanpage.it e condotto da Daniele Sanzone. Lo scrittore pugliese è editor per la narrativa italiana di minimumfax e ha vinto l'edizione 2015 del Premio Strega, il più prestigioso riconoscimento letterario italiano con La Ferocia (edito da Einaudi).Lo Strega
Lagioia si è aggiudicato il Premio col suo quarto romanzo in un anno che è stato rocambolesco: 'Dopo la vittoria la mia vita non è cambiata - ha scherzato -, ma è rimasta lo stesso casino di prima' e soprattutto in maniera totalmente inaspettata visto che Einaudi aveva già vinto l'anno precedente con Francesco Piccolo: 'A un certo punto mi chiamano dalla casa editrice e mi dicono 'Nel caso remoto in cui andassimo allo Strega e ci andassimo col tuo libro, tu te la sentiresti di partecipare sapendo che non vincerai mai?' e io ho pensato 'Sì'. Ma se il libro non fosse stato edito da un grosso editore? 'Se la Ferocia fosse uscito per un editore più piccolo non avrebbe vinto e questo è un problema del Premio: mi rifiuto di credere che solo i grandi editori pubblichino bei libri'.
La letteratura in Italia
In Italia, come scrive anche l'Istat nell'ultimo rapporto si legge poco, però, dice lo scrittore: 'Il problema è che viviamo in un Paese che a parole dice che la lettura è importante e invece non è vero. Di fatto solo l'1,1% del Pil viene destinato alla Cultura, meno della Francia, della Spagna, ma il libro non è una merce come le altre'.
La Ferocia
La Ferocia - dice - non è altro che il ritorno allo stato di natura, da cui ci illudiamo di esserci emancipati e quello ci ripiomba addosso: per gli altri animali è la normalità mentre per noi è la legge della giungla. E chi, se non una famiglia di palazzinari può incarnare la legge della giungla?
Checco Zalone
Lagioia ha anche un filo (geografico) che lo lega con il fenomeno comico e cinematografico del momento: 'Checco Zalone è di Capulso e i miei genitori sono di là, quindi anche vincendo 10 Strega non diventerei il più illustre di Capulso'.
'Mi innamorai perdutamente di Gesualdo Bufalino, mi innamorai del Vittorini di 'Conversazione in Sicilia' dell'Aldo Busi di 'Seminario sulla gioventù' e di 'Vita standard di un venditore provvisorio di collant'. Ho cominciato a scrivere durante il primo anno dell'Università e a un certo punto ho capito che sarebbe diventata la cosa che avrei fatto, indipendentemente dal fatto di ricevere riscontri. Quando m'è scattata quella cosa lì ho capito che ero già uno scrittore anche se è sempre una scommessa col fallimento).
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