Platì al voto per la prima volta dal 2009: nel regno della 'ndrangheta dove nessuno voleva fare il sindaco
pubblicato il 6 giugno 2016 alle ore 10:40
Due liste, 3.700 anime e l'ombra della 'ndrangheta. Le telecamere di Fanpage.it sono andate a Platì, piccolo comune calabrese che, ieri, è tornato finalmente al voto dopo anni di commissariamento. I candidati sindaco, ai nostri microfoni, hanno ammesso di aver riscontrato difficoltà nel comporre le liste: "Tanti ragazzi non se la sono sentita di candidarsi proprio perché potevano essere accostati a parenti con precedenti penali. E questo ci lascia con l'amaro in bocca" precisa Ilaria Mittiga, candidata sindaco di Platì. I cittadini, dal canto loro, si augurano che questa sia la volta buona: "Qui un pelo lo fanno diventare una trave [...] Amplificano ogni minima cosa, Platì è un paese come tutti gli altri". "La criminalità non ha nessun interesse a far sì che non si presentino liste o ad influenzarle direttamente. Stiamo parlando di un paese con piccoli bilanci" aggiunge Rosario Sergi, l'altro candidato sindaco di Platì. "C'è la ndrangheta? Certo che sì ma, vivendo nella legalità, non conosco di certo il boss che governa il paese" ci confida Ilaria Mittiga. Resta, però, l'incubo "scioglimento" per infiltrazioni mafiose e la delusione per il ritiro della candidatura di Anna Rita Leonardi, sostenuta dal Pd.
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