Il trionfo della libertà, a 30 anni dalla caduta del muro di Berlino
pubblicato il 8 novembre 2019 alle ore 18:02
Berlino, 9 novembre 1989. Gli occhi del mondo sono tutti puntati su queste pareti che crollano e dietro ogni colpo, di piccone o di pistola, c’è la rabbia chi per 30 anni ha vissuto in un incubo e la speranza che finalmente qualcosa stia cambiando. Immaginate di andare a dormire in un mondo che al mattino non è più lo stesso; un muro, all’inizio fatto solo di palizzate e filo spinato, che ieri non c’era, ora spezza in due la vostra città. Dall’altra parte ci sono i vostri cari, gli amici, magari anche la persona che amate, ma vi dicono che non potete più raggiungerli. E se, superata l’incredulità, provate a oltrepassare la barriera, venite arrestati e rischiate anche la vita. Come Lothar e Jörg, 13 e 10 anni, che sono solo bambini, ma questo non ferma le mani dei soldati di confine che li uccidono a colpi di arma da fuoco. Oppure Ida, che a 59 anni si getta dalla finestra di casa, pregando di cadere dalla parte giusta, per raggiungere la sua famiglia e invece trova la morte. Tra il 1949 e il 1961, circa 2,5 milioni di tedeschi passarono dalla Germania dell’est, sotto il dominio sovietico
alla Germania dell’ovest controllata da Francia, Regno Unito e USA
Fu per porre fine a questo esodo che la Germania Est costruì il muro, diventato un dei più maestosi simboli di oppressione: 155km per quasi 4 metri di altezza, almeno 133 persone uccise dalla polizia di frontiera, solo a Berlino, 105,5 km di fossato anticarro, 302 torri di guardia con cecchini armati, 20 bunker, controllati giorno e notte. Ma la forza di uno, diventata quella di molti, aprì delle crepe e quel muro che spezzava in due anche tante vite alla fine crollò sotto il peso del coraggio di lottare. Per questo oggi, a 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, ricordare significa anche onorare che si batte tutt'oggi per far crollare quelle barriere, visibili e non, che alimentano odio e divisioni. Perché "libertà", quando hai confini invalicabili che te ne privano, è molto più che una semplice parola.
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