La Fabbrica Sospesa
pubblicato il 28 ottobre 2013 alle ore 16:10
Cronaca di quotidiana resistenza operaia e cittadinaI segnali negativi per la Cartiera Burgo di Mantova si manifestavano da anni - come hanno avuto modo di segnalare le RSU (componente Cgil).
Nel corso degli ultimi 3-4 anni (ma anche dal 2004/2005) si sono esplicitati problemi che hanno determinato la messa in cassa integrazione dei dipendenti, anche per un numero elevato degli stessi: per uno stabilimento strutturato per funzionare a ciclo continuo questo rappresentava un segnale chiarissimo, propedeutico all’assunzione di scelte aziendali molto preoccupanti.
La produzione dello stabilimento di Mantova (carta da giornale dal macero) è marginale per il Gruppo Burgo: da qui derivava la richiesta sindacale di diversificare la produzione affiancando a questo prodotto anche nuovi tipi di carta, in grado di ottimizzare l’utilizzo degli impianti e consentire allo stabilimento mantovano di reggere. In questo senso era già stata sperimentata la produzione di un nuovo tipo di carta che poteva, in tempi rapidi, essere messo sul mercato.
Anche sulla filiera tradizionale, tuttavia, i margini per una crescita esistevano: per quanto concerne il consumo annuo di carta da giornale in Italia, solo una parte veniva realizzata dalla Burgo, anche se la capacità produttiva dello stabilimento mantovano era molto più alta di quanto effettivamente venduto. In questo senso sarebbe servita una diversa politica commerciale del gruppo, finalizzata a conquistare nuove fette di mercato italiano al fine di valorizzare al meglio gli impianti e tutelare i livelli occupazionali.
Trai principali problemi vanno menzionati quelli della fornitura di materie prime e di energia che rappresentano i costi principali per lo stabilimento.
Dal punto di vista della fornitura di materia prima (carta da macero), sarebbe stata sufficiente una soluzione che, anche attraverso le aziende che operano nel settore dei servizi pubblici locali, permettesse di raggiungere l’obiettivo di garantire la fornitura di carta da macero direttamente alla Cartiera Burgo, con notevoli vantaggi per la comunità mantovana: per le produzioni Burgo (vista la riduzione dei costi di fornitura); per i lavoratori; per il territorio. Ne sarebbe uscita valorizzata la raccolta differenziata, si sarebbero raggiunti risultati ambientali e occupazionali (sia per il mantenimento dei posti alla Burgo, sia per la creazione di nuovi posti di lavoro in questa filiera ambientale/industriale)
Dal punto di vista energetico, si sarebbe potuta raggiungere la piena autonomia dello stabilimento, utilizzando le migliori tecnologie disponibili. L’approvvigionamento energetico influisce per circa il 35-40% dei costi dello stabilimento e nulla è stato fatto per portare lo stesso ad un sufficiente livello di autosufficienza, utilizzando tecnologie più avanzate e a parità di potenza installata. La mancanza di tale ammodernamento ha reso limitata la capacità produttiva.
Ma, soprattutto, è emersa l’indisponibilità del Gruppo Burgo a diversificare in proprio la produzione o di cederne a terzi la possibilità; tutti i tentativi esperiti in sede istituzionale a livello locale sono stati disertati dalla proprietà o non sono valsi allo sblocco della situazione. Questo è risultato particolarmente grave in un quadro segnato dal continuo calo dell’utilizzo di carta da giornale: un aspetto che avrebbe dovuto indurre la proprietà ad una diversa politica industriale.
Rimane inalterata la gravità sociale e industriale di una scelta simile: pur considerato che la produzione di carta da quotidiano per il Gruppo Burgo non sia un asset primario nel core-business - in quanto copre solo il 5-6% del fatturato - si segnala che nel nostro Paese non avremmo più una fonte di produzione del detto articolo in quanto la cartiera mantovana era rimasta l’unica azienda in Italia a produrre carta da quotidiano.
La mancanza di volontà della proprietà di investire nella diversificazione della produzione nello stabilimento di Mantova, dedicato alla carta per quotidiani, ha portato a una perdita di una decina di milioni di euro all’anno, aggravando i conti del Gruppo e la situazione di indebitamento con le Banche.
Le quattro fermate agli impianti nel 2012, per un totale di 45 giorni, avevano già rappresentato un pessimo segnale.
Si è così arrivati al 15 gennaio 2013, quando la direzione centrale del gruppo Burgo (Cartiera) ha comunicato (con la consegna di un documento) alla Rsu dello stabilimento di Mantova l'avvio della procedura di cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale con cessazione dell'attività produttiva nel detto stabilimento (il gruppo ne ha altri 11 in Italia e uno in Belgio) a partire dal 9 febbraio. I motivi addotti sono l’elevato indebitamento con le banche e le consistenti perdite negli ultimi tre anni, con i conti aggravati dalla diminuzione del prezzo della carta da quotidiano;
Eppure la soluzione esisteva grazie al “sapere operaio”: era stata sperimentata in Cartiera, direttamente dai lavoratori, la produzione di cartoncino ondulato per imballi, materiale che viene importato dall’estero in quantità di circa 1.500.000 tonnellate/anno e che Mantova sarebbe in grado di coprire per circa 200.000 tonnellate.
Nel medesimo periodo si moltiplicano gli annunci di chiusure da parte di altri operatori del settore a livello europeo confermando così il carattere internazionale della crisi di questo comparto industriale, come riconosciuto dalla stessa Commissione Europea rispondendo ad una specifica interrogazione presentata dal GUE (Gruppo al Parlamento Europeo della Sinistra Unita Europea).
Matteo Gaddi
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