"Ritorno a casa", la storia di Fang Chao allontanato dalla famiglia perché omosessuale
pubblicato il 20 febbraio 2015 alle ore 12:47
Anche se l'omosessualità non è più un reato dal 1997, per le famiglie cinesi avere un figlio omosessuale è socialmente umiliante. Realizzato dall’associazione PFLAG China, nata nel 2008 sul modello del gruppo americano "Parents, Families and Friends of Lesbians and Gays" (FPLAG), il corto su Fang Chao, un giovane laureato che a Capodanno confida ai genitori di amare un coetaneo, serve ha sensibilizzare le famiglie al tema dell'omosessualità. Il corto si intitola "Huijia" (ritorno a casa) e il protagonista Fang Chao Fang Chao, dopo aver confidato al padre di amare un uomo, il padre si rifiuta di vederlo "Tu per noi sei morto", ma dopo anni di silenzio, durante le feste il ragazzo riceve una telefonata da casa: "Torna, sarai sempre nostro figlio". Non è un caso che lo spot sia stato girato durante le festività del Capodanno cinese. Proprio durante le feste aumenta la pressione dei familiari sui figli affinché si sposino e mettano su famiglia, al punto che in Cina esistono delle agenzie specializzate nel fornire finti fidanzati per le feste. Il corto di sei minuti è stato visto 108 milioni di volte in pochi giorni, segno che nel Paese c'è una maggiore attenzione verso i riconoscimento e l'accettazione sociale dell'omosessualità.
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