Doretta, il coraggio di essere drag queen in Calabria: "Aggredita per odio, ho paura"
pubblicato il 19 luglio 2019 alle ore 16:56
«Ci sono stati episodi spiacevoli, in particolare un’aggressione omofoba a Bagnara Calabra, in Calabria. Dopo uno spettacolo con un pubblico straordinario, un ragazzo mi ha aggredito sia verbalmente che fisicamente: si vedeva che era mosso da odio». Salvatore è in arte Doretta, la drag queen reggina, la mamma chioccia de Le Portinaie, che ha lanciato nel profondo Sud un modo esilarante e divertente di fare spettacolo.
«Spesso la figura della drag queen viene associata alla volgarità, ci sono tanti luoghi comuni che io assieme a Lady Godiva, Diamanda, Lady Aisy, Cherilyn e Nerisha, abbiamo sdoganato. Doretta è una sorta di zia, un personaggio da salotto: noi portiamo solo il sorriso in una regione dove forse è rimasto poco da ridere», spiega Salvatore.
Doretta è un alter ego che salta fuori in travestì durante lo spettacolo di cabaret.
«Salvatore rimane sempre stabile nelle sue idee, nel suo modo di vivere, con i suoi interessi e le sue passioni», racconta ancora Salvatore che proprio in questi giorni ha aperto la sfilata del Pride mondiale di New York.
«Ero partita come ambasciatrice dell’Arcigay I due mari di Reggio Calabria, ma una volta a New York ero l’unica drag queen italiana in veste artistica, così dal nazionale mi hanno chiesto di diventare la madrina d’Italia, non solo della Calabria. E’ stata un’ emozione unica», dice.
Soprattutto perché Doretta durante i suoi show ha sempre lanciato messaggi importanti sia per la comunità Lgbt che per quella eterosessuale, facendosi portatrice di valori e battaglie.
«Ogni patria deve avere qualcuno che lotti per i diritti dei più deboli e io dico sempre che quando facciamo i Gay Pride lottiamo per ottenere dei diritti, invece bisogna ricordarsi che c’è sempre gente che lotta per negare i diritti agli altri e questo noi non dobbiamo assolutamente permetterlo».
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