Cari ragazzi, mi rivolgo a voi: contro il Coronavirus leggete, studiate e siate felici
pubblicato il 18 marzo 2020 alle ore 12:58
Care ragazze, cari ragazzi,
siete a casa, lo so. Non siete a scuola perché le scuole le hanno chiuse per quella cosa del Coronavirus. E forse so anche cosa pensate ora: io alla vostra età una volta ho sperato di arrivare a scuola e trovarla allagata, così allagata che non sarebbero bastati uno straccio e uno strofinaccio per asciugarla. Una volta ho sognato di trovarla bruciata; una volta invasa da vermi rilasciati a chili in sala professori e nei corridoi. Tutte storie che leggevo sui giornali ma che capitavano solo nelle scuole degli altri, ah, la sfiga! Mai alla mia scuola. Pensavo questo!
Ero stupido, ora lo so. E forse per questa mia stupidità di allora oggi non mi permetto più di giudicare le prime sensazioni, il giudizio che spezza è diventato avulso da me quando si parla di giovani, io ho solo idee positive su di voi. Sarà un modo per perdonare me, allora.
Care ragazze, cari ragazzi,
vi hanno costretti al tempo casalingo. Prendetevelo. E' capitato per caso e per sfiga, per mancata prevenzione, insomma sarebbe stato meglio non fosse accadesse, però è accaduto. Ora è vostro. Prendetevelo. Succhiate i secondi a questi giorni.
Leggete. Il libro esige innanzitutto una struttura del tempo per leggere, ora ce l'avete. Organizzatevelo e organizzatevi e agitatevi, e leggete.
Nutritevi di radici, ma leggete soprattutto i contemporanei, che a scuola trovano poco spazio, e in questi giorni avete la possibilità di dargli spazio, come diceva il compagno Calvino, era il finale delle Città Invisibili.
Leggete ad esempio le biografie, quelle che danno respiro alla vita e ci gonfiano i polmoni di ossigeno.
Approfittate di questi giorni sospesi.
Ve ne consiglio una, un classico, la biografia di André Agassi, il tennista. A me il tennis oggi, piace solo quando penso a quel libro.
E poi la biografia di Carlo Urbani, medico, presidente della sezione italiana di Medici senza frontiere.
Il primo a comprendere il nuovo virus della Sars. Si fece mettere in quarantena.
Fino alla fine si dimostra sempre dedito alla salute altrui: ai medici accorsi dalla Germania e dall'Australia dice di prelevare i tessuti dei suoi polmoni, per analizzarli e utilizzarli per la ricerca. Muore il 29 marzo 2003, dopo 19 giorni di isolamento.
L'intervento immediato e mirato di Urbani permise di salvare migliaia di vite.
Lasciò la moglie Giuliana Chiorrini e i tre figli: Tommaso, Luca e Maddalena.
Secondo l'OMS il metodo anti-pandemie da lui realizzato nel 2003 rappresenta, ancora oggi, un protocollo internazionale per combattere questo tipo di malattie.
siete a casa, lo so. Non siete a scuola perché le scuole le hanno chiuse per quella cosa del Coronavirus. E forse so anche cosa pensate ora: io alla vostra età una volta ho sperato di arrivare a scuola e trovarla allagata, così allagata che non sarebbero bastati uno straccio e uno strofinaccio per asciugarla. Una volta ho sognato di trovarla bruciata; una volta invasa da vermi rilasciati a chili in sala professori e nei corridoi. Tutte storie che leggevo sui giornali ma che capitavano solo nelle scuole degli altri, ah, la sfiga! Mai alla mia scuola. Pensavo questo!
Ero stupido, ora lo so. E forse per questa mia stupidità di allora oggi non mi permetto più di giudicare le prime sensazioni, il giudizio che spezza è diventato avulso da me quando si parla di giovani, io ho solo idee positive su di voi. Sarà un modo per perdonare me, allora.
Care ragazze, cari ragazzi,
vi hanno costretti al tempo casalingo. Prendetevelo. E' capitato per caso e per sfiga, per mancata prevenzione, insomma sarebbe stato meglio non fosse accadesse, però è accaduto. Ora è vostro. Prendetevelo. Succhiate i secondi a questi giorni.
Leggete. Il libro esige innanzitutto una struttura del tempo per leggere, ora ce l'avete. Organizzatevelo e organizzatevi e agitatevi, e leggete.
Nutritevi di radici, ma leggete soprattutto i contemporanei, che a scuola trovano poco spazio, e in questi giorni avete la possibilità di dargli spazio, come diceva il compagno Calvino, era il finale delle Città Invisibili.
Leggete ad esempio le biografie, quelle che danno respiro alla vita e ci gonfiano i polmoni di ossigeno.
Approfittate di questi giorni sospesi.
Ve ne consiglio una, un classico, la biografia di André Agassi, il tennista. A me il tennis oggi, piace solo quando penso a quel libro.
E poi la biografia di Carlo Urbani, medico, presidente della sezione italiana di Medici senza frontiere.
Il primo a comprendere il nuovo virus della Sars. Si fece mettere in quarantena.
Fino alla fine si dimostra sempre dedito alla salute altrui: ai medici accorsi dalla Germania e dall'Australia dice di prelevare i tessuti dei suoi polmoni, per analizzarli e utilizzarli per la ricerca. Muore il 29 marzo 2003, dopo 19 giorni di isolamento.
L'intervento immediato e mirato di Urbani permise di salvare migliaia di vite.
Lasciò la moglie Giuliana Chiorrini e i tre figli: Tommaso, Luca e Maddalena.
Secondo l'OMS il metodo anti-pandemie da lui realizzato nel 2003 rappresenta, ancora oggi, un protocollo internazionale per combattere questo tipo di malattie.
«Sono cresciuto inseguendo il miraggio di incarnare i sogni. Ho fatto dei miei sogni, la mia vita e il mio lavoro.»
(Carlo Urbani)
SAVERIO TOMMASI
(Carlo Urbani)
SAVERIO TOMMASI
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