Balto, la storia vera del cane che salvò i bambini dall'epidemia e divenne un eroe
pubblicato il 26 agosto 2019 alle ore 16:04
Questa è la storia di un cane che è diventato leggenda e che, contro tutte le aspettative, riuscì a salvare tantissimi bambini con il suo coraggio. Balto, è il cane eroe protagonista di un film d’animazione forse avrete già visto; non tutti sanno però che dietro il cartone si nasconde una delle storie vere più belle di sempre. Il suo nome era quello di un grande esploratore ma Balto, cane del famoso Leonhard Seppala, che aveva vinto tutte le più grandi corse di cani da slitta nell'Alaska degli anni '20, non sembrava essere destinato a grandi imprese. Il primo a non credere in lui era proprio il suo padrone che lo giudicava inadatto, buono solo per portare la posta per brevi tratti, forse anche per i dubbi sulla sua reale razza. Ma il 19 gennaio 1925 un tragico evento cambiò tutto; nel paesino di Nome, che contava poco più di mille abitanti, scoppiò una terribile epidemia: la difterite stava colpendo soprattutto i bambini, che morivano nel giro di pochi giorni, uno dietro l’altro. L’unica speranza era l’antitossina, che nel piccolo centro però era finita; la scorta più vicina si trovava ad Anchorage, a quasi duemila km di distanza ma a causa del maltempo gli aerei non potevamo alzarsi in volo, e le navi erano ostacolate dagli iceberg. Così tutta la comunità affidò il destino dei suoi bambini nelle mani dei cani da slitta in quella che passò alla storia come la “corsa del siero”, una staffetta di venti squadre in sfida contro il tempo. Leonhard Seppala e il suo pupillo Togo percorsero con successo il tratto più lungo e impervio. Naturalmente Balto non fu la prima scelta, ma in questa situazione di emergenza fu coinvolto anche lui per affrontare l’ultimo segmento, e lui che non aveva mai affrontato grandi imprese, che veniva sempre messo per i suoi difetti, sorprese tutti con la sua forza di volontà e fu accolto a Nome come un eroe. Balto finì sulle prime pagine dei giornali e gli fu dedicata questa statua che potete ammirare ancora a Central Park, nel cuore di New York. Purtroppo la sua avventura non si concluse lì, perché quando i riflettori furono spenti, Balto, Togo e gli altri cani furono venduti, affidati a persone senza scrupoli: "finirono esposti in un piccolo museo per dieci centesimi, malati e maltrattati". Non si potrebbe immaginare un esito più tragico, ma fu a questo punto la realtà superò la fantasia: “Fu stabilito un fondo per Balto. Attraverso la nazione, le radio trasmettevano appelli per le donazioni. I titoli dei giornali diedero una spinta per liberare gli eroi. La risposta di Cleveland fu esplosiva. Tantissimi bambini raccolsero secchi di monete; lavoratori delle fabbriche; alberghi, negozi, e visitatori donarono quello che potevano al fondo di Balto”. La colletta liberò i cani eroi che poterono vivere in pace i loro ultimi anni scrivendo per questa storia un lieto fine degno di una favola. Balto salvò i bambini e i bambini salvarono Balto e la sua leggenda è oggi il simbolo dell’amore più puro, quello dei cani che per noi sarebbero pronti a tutto, anche a dare la vita. Queste le parole poste ai piedi della statua: "Dedicata all'indomabile spirito dei cani da slitta che trasportarono sul ghiaccio accidentato, attraverso acque pericolose e tormente artiche l'antitossina per seicento miglia da Nenana per il sollievo della ferita Nome nell'inverno del 1925. Resistenza - Fedeltà - Intelligenza".
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