Nelle Filippine si rischia la vita per produrre la vodka al cocco
pubblicato il 7 gennaio 2013 alle ore 10:54
Eugenio Andaya a 53 anni fa uno dei lavori più pericolosi al mondo. E' un "mangagarit", così viene chiamato nelle Filippine, chi si arrampica a mani e piedi nudi su piante alte fino a 10 metri per raccogliere le noci di cocco. Il suo lavoro è il primo mattone da cui si sviluppa tutta l'industria legata alla produzione del Lambanog, tipico liquore della zona, la cosiddetta "vodka al cocco"."Io non penso di interrompere il mio lavoro, perché questo è l'unico modo in cui posso procurarmi da vivere", dice Eugenio che guadagna 7 dollari al giorno, quanto basta per sfamare la sua famiglia, una delle tante che sopravvive grazie all'indotto delle numerose distillerie a conduzione familiare della provincia del Quezon, ricca di piante di cocco. Una delle più famose è quella dei Capistrano, da 30 anni producono questo liquore molto alcolico, 45 gradi, aromatizzato alla frutta e in particolare al Liputi, una mora locale. La proprietaria, Isabelita Capistrano, spera che i suoi figli mantengano e ingrandiscano l'attività."Se in futuro cominceremo ad esportare per noi significherà aumentare il giro d'affari e aiutare la nostra economia - dice - ma ancora più importante è far conoscere il Lambanog in tutto il mondo".
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