Huawei Mate 9: video recensione e caratteristiche tecniche
pubblicato il 27 novembre 2016 alle ore 23:07
Dopo il test fotografico (qui il video ) ecco la nostra video recensione del Huawei Mate 9, il fratello più grande, più potente (e più bello) del Huawei P9, che rappresenta la definitiva conferma - se ancora ce ne fosse bisogno - dell’incredibile crescita di Huawei negli ultimi anni e di quanto l’azienda abbia deciso di fare sul serio. Ma questa non sarà la solita video recensione del Huawei Mate 9, perché ho deciso di spingermi oltre e fare un altro test: l’intero video sarà registrato a sua volta con un Mate 9, in modo da mettere alla prova le caratteristiche del comparto fotografico del nuovo mostro (in senso positivo) di Huawei.Il design del Huawei Mate 9 è veramente bello. Io sono un nerd e noto i dettagli, ma è chiaro che l’azienda si rivolte a un pubblico molto più vasto ed è proprio per questo che prima di scrivere questa video recensione ho fatto vedere il phablet praticamente a tutte le persone che conosco, anche quelle non appassionate di telefonia, e la risposta è stata unanime: è bellissimo, è grande. E non si sbagliavano. Il design del Mate 9 è caratterizzato da un’ottima lavorazione dei materiali con cui è composto, compresi i bordi dello smartphone che oltre che a essere ben rifiniti assicurano un fantastico touch and feel, e da una buona ottimizzazione delle cornici del display che permettono un utilizzo di un pannello da 5.9’’ in un phablet che praticamente ha le stesse dimensioni di un iPhone 7 Plus (che ha un display decisamente più piccolo).
Nella parte posteriore trovato la nuova versione del sistema dual camera prodotto in collaborazione con Leica, di cui vi parlerò a brevissimo, e un sensore per le impronte digitali che oltre ad essere integrato molto bene nel sistema operativo, è ESTREMAMENTE veloce, probabilmente uno dei più veloci che ho mai utilizzato. E’ talmente veloce che è preferibile utilizzarlo al posto del tasto di accensione per riattivare il dispositivo dallo standby.
Il pannello utilizzato nel display ha una risoluzione di 1920x1080. Ok, lo so, è ancora un Full HD e in tanti potreste storcere il naso perché “siamo nel 2016 e come minimo uno smartphone del genere dovrebbe avere un display 2K”, ma sono ormai anni che lo dico (e l’ho sempre detto anche nelle video recensioni di iPhone 7 e iPhone 7 Plus): per me il 1080p è una risoluzione più che buona, anche in un dispositivo di queste dimensioni, ed è un ottimo compromesso tra potenza grafica necessaria per il 3D e consumo della batteria. E, comunque, il display del Mate 9 si vede BENISSIMO, il bilanciamento del colore è ottimo e lo strato in vetro che copre il pannello permette un’ottima visibilità anche in condizioni di estrema luminosità o di luce diretta.
Il Mate 9 viene equipaggiato da Android 9 Nougat e saranno presenti tutte le caratteristiche del nuovo aggiornamento Android. Ma nonostante si tratti di un passo in avanti piuttosto corposo per il mondo Android, nel Mate 9 il sistema operativo di Google è “mascherato” dalla Motion UI 9, la nuova versione dell’interfaccia grafica con cui Huawei personalizza i suoi smartphone che con l’ultimo aggiornamento risulta molto più leggera rispetto alle versioni precedenti, ma che rimane comunque una delle interfacce grafiche più invasive disponibili nel mercato: cambia praticamente tutti gli aspetti di Android, il che in certi casi non è male, ma sono convinto che soprattutto i power users non apprezzano personalizzazioni di questo livello. Una delle funzionalità più interessanti della nuova EMUI è la possibilità di duplicare le applicazioni, in modo da utilizzare app come Facebook WhatsApp con diversi account contemporaneamente.
Il processore che anima il Mate 9 è un Kirin 960 con 4 GB di RAM. Si tratta del primo processore octa-core al mondo costruito con processori ARM Cortex-A73 e A53 e una GPU octa-core Mali G71 che - assicura l’azienda - garantirà prestazioni superiori con un minor consumo energetico e con addirittura un aumento del 180% delle prestazioni grafiche gestite dalla GPU. Ma sono chiacchiere. E il problema non è di Huawei, ma del mercato degli smartphone in generale che si trova in un periodo di stallo e profonda noia e nonostante le aziende di preoccupino di sviluppare CPU e GPU sempre più veloci, in realtà le differenze prestazionali tra una generazione e l’altra sono relativamente ridotte e per capire quanto realmente è veloce il Mate 9 (e credetemi, lo è) bisogna utilizzarlo per molto tempo e con operazioni piuttosto complesse.
Ma se è vero che la legge di Murphy ormai non ha più senso, è altrettanto vero che il vero passo in avanti tra le generazioni di processori riguarda l’ottimizzazione dei consumi energetici, e nel Mate 9 quelli di Huawei hanno fatto un ottimo lavoro: l’autonomia del nuovo phablet di Huawei è ottima. E il merito non è solo del processore, ma è anche dell’enorme batteria da 4000 mAh che alimenta il dispositivo. Una batteria che viene accompagnata da un nuovo sistema di ricarica ultra rapido brevettato da Huawei che supera di gran lunga le tecnologie di Qualcomm e Mediatek e utilizza due chip (uno nello smartphone e uno nel grandissimo caricabatterie) in grado di gestire al meglio la fase di ricarica: stando ai nostri test il Huawei Mate 9 è in grado di caricarsi del 23% in soli 10 minuti; dopo 30 minuti siamo quasi al 60% e in un’ora si supera il 90%. Un risultato ottimo, soprattutto considerando la dimensione della batteria.
Ma andiamo avanti e focalizziamoci sulla caratteristica più interessante di questo nuovo Mate 9: la fotocamera, anzi LE fotocamere. Il comparto fotografico è caratterizzato da due sensori, uno monocromatico da 20 megapixel e uno RGB da 12 megapixel, e rappresenta la seconda versione del sistema dual camera realizzato in collaborazione con Leica. Ma al dilà delle caratteristiche hardware - che in molti casi perdono il tempo che trovano - lasciatemi dire una cosa: il salto in avanti è stato ENORME. Le immagini scattate con il Mate 9 nella maggior parte dei casi lasciano a bocca aperta anche i meno esperti e la qualità dei dettagli catturati in foto è senza dubbio maggiore rispetto alla concorrenza. Dito in giù per il sistema di auto focus nella registrazione dei video, che molto spesso potrebbe risultare instabile e fuori fuoco. Probabilmente è un problema software dovuto alla gestione scorretta delle 4 tecnologie di autofocusing, ma l’utente medio di queste cose se ne deve fregare e deve pensare solo a due cose: alla semplicità d’uso e alla qualità del risultato.
Per chi conosce il P9, l’interfaccia grafica del nuovo top di gamma di Huawei non sarà niente di estremamente nuovo. Con uno swipe verso destra sarà possibile aprire il menu relativo a tutti gli effetti disponibili, con uno swipe verso sinistra si accederà alle impostazioni della fotocamera (o della videocamera) e sarà possibile impostare la risoluzione di scatto che, in partenza, è di 12 megapixel ma che può essere impostata a 20 megapixel: una modalità che in questo caso sfrutta a pieno il sensore bianco e nero ma che preclude l’utilizzo di alcune funzionalità come lo zoom ibrido di cui vi parlerò a breve.
E’ possibile accedere al tipico menu con il quale modificare in tempo reale gli effetti cromatici dello scatto ed è stata migliorata la gestione del colore che, con un menu posto sulla sinistra dell’anteprima di scatto, darà la possibilità agli utenti di scegliere se utilizzare i colori standard, colori più delicati o scattare con colori più nitidi.
Sfruttando la doppia fotocamera è possibile realizzare in pochissimi secondi un effetto ritratto più dinamico di quello che si ha con iPhone 7 Plus, soprattutto perché sarà possibile modificarne l’intensità anche dopo aver realizzato la foto oltre che scegliere il punto di messa a fuoco - in modo da rendere sfocato per esempio il soggetto in primo piano - e applicare degli effetti grafici allo sfondo, effetti che non andranno a modificare minimamente l’oggetto in primo piano.
Il risultato è sicuramente buono e molto divertente, ma proprio come succede con l’effetto ritratto di iPhone 7 Plus, anche nel Mate 9 di Huawei il riconoscimento dei bordi è sicuramente da migliorare e, in alcune condizioni di luminosità e di distanza di scatto, potrebbe portare alla realizzazione di ottimi sfocati posteriori, che verrebbero però rovinati da uno scontornamento grezzo e poco preciso.
Dito in su per il nuovo sensore monocromatico da 20 megapixel che si sfrutta con la modalità di scatto in bianco e nero e che permette di realizzare scatti molto definiti, nei quali è possibile applicare anche uno zoom piuttosto importante e che permetteranno di riguardare i dettagli di scatto con una definizione veramente fantastica.
Ma forse la cosa più interessante di questa seconda serie del dual camera realizzato con Leica è l’introduzione di uno zoom “ibrido” che il CEO stesso dell’azienda ha presentato come una “via di mezzo” tra lo zoom digitale e lo zoom ottimo e che sfruttando una combinazione di scatti realizzati con entrambe le lenti e i sensori disponibili nello smartphone, riuscirà a garantire un ingrandimento senza perdita di qualità. Il tutto verrà gestito tramite delle gesture a schermo che faranno comparire l’indicatore dello zoom, sul quale è presente una zona di colore grigio che rappresenterà proprio il livello di ingrandimento entro il quale sarà utilizzata questa tecnologia. E i risultati, soprattutto in condizioni di buona luminosità, sono a dir poco soddisfacenti.
Ottima anche la modalità di scatto notturno che richiede assolutamente l’utilizzo di un treppiedi per tenere lo smartphone immobile, ma che permette di scattare fotografie in ambienti quasi praticamente bui.
Tirando le somme, il Mate 9 è un gran dispositivo. Rispetto al P9 i passi in avanti sono stati tantissimi e quelli di Huawei sono riusciti a raggiungere totalmente un altro livello. Il mio più grande problema con il Mate 9 rimane l’interfaccia grafica della quale non sono mai stato un grande fan, anche se in effetti è palese che anche in questo caso i passi fatti in avanti sono stati molti. Ma nonostante ciò sono molto soddisfatto del Mate 9 e per ora è l’unico Android che realmente mi ha fatto mettere nel cassetto l’iPhone 7 Plus.
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