Sissy Trovato Mazza: un compleanno senza verità e giustizia
pubblicato il 12 giugno 2019 alle ore 10:55
«Io me ne vado a Venezia, faccio lo sciopero della fame, mi incateno, sono stanca, è quasi tre anni che aspettiamo di sapere la verità. Io voglio il cellulare di mia figlia, lì dentro c’era tutto, chi ha interesse a non far venire fuori quello che è successo?». È stanca Caterina Martino, la mamma di Sissy Trovato Mazza, l’agente di polizia penitenziaria che il 10 giugno avrebbe compiuto 30 anni.
Taurianova in Calabria la ricorda con una grande festa in piazza vicino al ‘suo campo’ da calcio a cinque. Palloncini colorati, i bambini, la musica, le compagne della Pro Reggina, gli amici, il Comitato Civico Sissy La Calabria è con te (diretto da Loredana Viola) e la sua instancabile famiglia.
A gennaio l’agente penitenziaria è morta dopo due anni di coma, ma il suo sorriso e la sua allegria contagiosa si erano spenti molto prima, quel maledetto 1 novembre 2016, quando Sissy è stata trovata con un colpo di pistola alla testa nell’ospedale civile di Venezia dove si trovava per un controllo. A distanza di due anni, la famiglia chiede verità e giustizia. Sissy aveva scoperto un traffico di droga e comportamenti illeciti tra agenti e detenute nel carcere della Giudecca di Venezia dove era in servizio dal 2012. Stava conducendo una battaglia tutta personale, solo per la sete di legalità e per onorare la divisa che portava. Aveva confessato tutto alla famiglia che aveva cercato di dissuaderla per non mettere a rischio la propria vita, ma Sissy era fatta così: non sopportava le ingiustizie e voleva proseguire.
«Sissy non voleva niente, solo la legalità e il rispetto delle regole, per questo ha pagato con la vita. In carcere prima l’hanno pestata venti giorni prima e poi l’hanno ammazzata. E questo, lo sanno tutti i colleghi. Ho chiesto che venisse la direttrice del carcere, ma non si è mai fatta viva, lei sa tutto», spiega Caterina Martino, mamma dell’agente.
«Le dicevo di lasciare stare, di dimettersi, tornare a casa, ma lei continuava a dirmi: mamma qui succedono cose illegali, qui circola droga e tutt’ora succede. Ma la direttrice che faceva? Penalizzava mia figlia con rapporti disciplinari», continua.
Per Jo Pinto, vicepresidente del Comitato civico Sissy La Calabria è con te che da due anni sostiene la famiglia nelle spese legali: «Sissy muore per aver cercato la legalità in ambito lavorativo perché era una ragazza integerrima, solare, con sete di verità ed è assurdo che ci sia il silenzio in tutta questa storia».
Gli fa eco, Salvatore Trovato Mazza, il papà dell’agente.
«È la magistratura che non vuole vederci chiaro, noi da 30 mesi che cerchiamo il dialogo con il magistrato. È mai possibile che i miei avvocati, 20 giorni fa non sono neanche stati ricevuti? Chi ha interesse a non far venire fuori la verità? I primi di marzo sono scaduti i 120 di proroga delle indagini, a che punto siamo? Perché non ci danno il telefonino di mia figlia?»
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