I monumenti temporanei di Ibrahim Mahama: complessità e libertà
pubblicato il 3 aprile 2019 alle ore 09:16
A Milano una nuova incursione della Fondazione Trussardi Milano 2 apr. (askanews) - I caselli daziari di Porta Venezia a Milano rivestiti da sacchi di juta per lanciare un messaggio che parla di sfruttamento, globalizzazione, ma anche libertà e, soprattutto, visione artistica in cerca di consapevolezza della complessità. La Fondazione Trussardi ha ufficialmente svelato il progetto, da giorni già in corso d'opera, dell'artista ghanese Ibrahim Mahama, intitolato "A Friend". E con lui abbiamo voluto cercare di capire che cosa possiamo vedere dietro i sacchi e la facciata del lavoro. "Si tratta di fare i conti con la complessità del mondo in cui viviamo, in questo inizio di XXI Secolo - ha risposto Mahama ad askanews - in riferimento al costante sfruttamento che viene fatto di risorse naturali o di lavoro. Io credo che quest'opera si concentri sullo sfruttamento del lavoro. In un certo senso questi materiali rappresentano tale condizione, perché sono prodotti nel Sudest asiatico, e arrivano in Ghana e trasportano merce in Africa, ma anche in Brasile, poi vanno in Occidente, quindi ritornano indietro...". Un circuito, insomma, che è quello dell'economia globale, del presente, ma che è anche un'immagine di un sistema dell'arte che vive della stessa estensione delle possibilità e che ci costringe, per esempio in questo caso, a riflettere sul tema dei confini e sulle soglie che siamo chiamati ad attraversare, anche nella vita di tutti i giorni in una città come Milano. "Ibrahim - ci ha spiegato Massimiliano Gioni, curatore della mostra per Fondazione Trussardi - ha sempre descritto questi suoi interventi come 'dimostrazioni civili', ed è un aspetto che credo sottolinei da una parte il carattere temporaneo e a suo modo anche effimero. Son monumenti, ma monumenti pop-up, che hanno anche una carica più evocativa proprio per il modo in cui compaiono e poi scompaiono e questa è una caratteristica che lo avvicina molto al lavoro della Fodazione Trussardi, che da sempre ha questo aspetto di incursione nel tessuto architettonico e urbanistico della città". Incursioni nella realtà, insomma, in quell'antinomia della ragione che è il concetto di "mondo vero", ragionando sul quale, però, anche l'arte può provare a produrre dei risultati che vanno sia oltre il mercato sia oltre le interpretazioni riduttive o sprezzanti. "Vorrei che questo lavoro facesse riflettere su un modo per cominciare a rendere il mondo più libero - ha concluso Ibrahim Mahama - pure nelle condizioni difficili che viviamo oggi". L'installazione voluta dalla Fondazione presieduta da Beatrice Trussardi resta nel panorama urbano di Milano fino al 14 aprile.
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