Invictus - Zatarra (ESCLUSIVA)
pubblicato il 2 ottobre 2015 alle ore 10:20
Invictus è uno dei brani più intensi di Ad Libitum (Musicast), il quarto album del rapper senese, e marsigliese di adozione, Zatarra (1978). Il brano racconta il momento in cui Zatarra ha ricevuto la notizia di soffrire di gravi problemi di salute: il video, ambientato in un teatro, vede un attore che va in scena per interpretare la vita a cui resta aggrappato. Non c’è pubblico perché il protagonista di questa storia non vuole provare niente a nessuno: la sua battaglia è personale, anche se il successo sarà di tutti, per sempre, “ad libitum”.
Il pezzo vuole essere una testimonianza, perché una delle cose imparate da Zatarra in questa disavventura è che l’importante è parlarne e ascoltare le esperienze di altri, anche quelle finite male, perché conta come uno ha affrontato questa situazione da vivo e non come è finita da morto.
“Mi piacerebbe che chi si trova in una situazione analoga – si apre il rapper - ascolti e comprenda che l’abisso in cui cadi nelle prime settimane deve essere solo toccato per poi riaffiorare a galla. Io sono stato aiutato da mia figlia (che aveva cinque mesi) e Invictus è un omaggio al suo cuore e alla sua anima: è stata lei, tra la prima e la seconda risonanza, quando il terrore di un countdown già iniziato mi dominava, a infondermi fiducia, a darmi quel flusso di vita che pensavo si stesse
asciugando. Spero a mia volta di aiutare gli altri con la musica”.
Il video è diretto da Riccardo Barone per Room Zero.
Invictus è estratto da Ad Libitum, un disco “fuori moda, fuori tempo e fuori luogo”, come lo definisce, non senza ironia, l’autore stesso. Fuori moda per l’omaggio esplicito ai valori originari dell’hip hop, estetica compresa, e a vari esponenti dell’epoca felice del rap. Fuori tempo per l’obliquità naif delle metriche e del flow, con la cadenza francese del sud che prevale anche quando le rime sono in italiano, spiazzando l’ascoltatore. Fuori luogo perché, nonostante si tratti di un disco nato in Italia, l’etichetta, Musicast, è francese, ci sono vari ospiti marsigliesi e con ogni probabilità i suoni risulteranno più familiari a Marsiglia che in qualsiasi altro posto al mondo.
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