Gli M+A al lavoro sul nuovo disco: "In Italia è difficile fare pop di qualità"
pubblicato il 30 settembre 2016 alle ore 13:56
La cultura pop italiana differisce non poco da quella inglese o americana e lo sanno bene gli M+A, band forlivese che sta trovando più consensi all'estero di quanti ne abbia trovati in Italia dove, comunque, sono uno dei fenomeni musicali di questi ultimi anni, anche grazie all'album "These Days". Ma è stata soprattutto Glastonbury, dove sono stati la prima band italiana a calcare il main stage, a dargli maggiore risonanza sui nostri media.IL NUOVO ALBUM NEL 2017
Ma a loro importa poco, visto che la visione è più ampia di quella delimitata dai nostri confini e con questa idea stanno lavorando al nuovo album che ha già visto l'uscita dei primi due singoli "Everything Will Be Alright" e "Forever More": "Siamo in lavorazione di un disco nuovo che uscirà [per Sugar, ndr] all'inizio del 2017. Ci sarà un rapper russo, stiamo cercando di chiudere un altro rapper... per dire che siamo aperti e cerchiamo di lavorare con Artisti con la 'a' maiuscola, però molte volte più cerchie il produttore grande più la capacità di interfacciarsi con lui in maniera sincera svanisce. Insomma, siamo aperti alle collaborazioni, ma l'ossatura del disco sarà fatta da noi".
IL 'NO' A JAMIROQUAI
In questi anni hanno calcato gli stessi palchi di band del calibro di Disclosure, Phoenix e AIR, hanno ricevuto elogi da parte di riviste straniere come il Guardian, Konbini, tra le altre, e hanno continuato la loro ricerca anche all'estero, arrivando anche a dire no a Jamiroquai: "Dispiace veder crollare quello che pensavi del produttore e dell'artista perché non ti piace il lavoro. Però, alla fine, è un rapporto artistico, quindi se lo scambio non avviene perché non tornano le cose, che sia Jamiroquai o chiunque altro lo accettiamo. La nostra ricerca nel mercato estero non aveva a che fare con la critica ma era una cosa pragmatica: la nostra ricerca, infatti, nasce per funzionare in quel mercato e per questo ci siamo rivolti a quel mercato. Poi in Italia le cose sono partite e siamo contenti possano andare anche qua".
IL PROBLEMA DELL'ITALIA COL POP
Ma il nostro Paese ha comunque un problema a considerare lavori come il loro, sia per la lingua - la band usa l'inglese - ma soprattutto per una questione culturale e tradizionale: "Cosa non va in rapporto al genere che facciamo è la cultura pop distorta, cosa che nel mercato inglese e americano è diverso. È difficile fare pop di qualità, perché qui è sempre visto come marketing, qualcosa di commerciale al 100%, mentre all'estero non c'è solo quello. In più cantando in inglese è ancora più complesso".
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