Le vittime innocenti della camorra: "Lo Stato tutela i pentiti, non noi"
pubblicato il 9 febbraio 2017 alle ore 10:23
Sono tantissime le vittime innocenti della criminalità organizzata. Ma esistono vittime "meno vittime": almeno per la legge italiana, che adotta criteri restrittivi e schematici per individuare le vittime innocenti. Uno di questi è la parentela: basta avere un parente lontano ritenuto vicino ai clan perché la vittima, anche se ritenuta innocente dalla magistratura, non lo sia per lo stato. Addirittura, vi sono casi di esclusione per semplice conoscenza di una persona ritenuta legata alla mafia. Ma le storie, drammatiche, fanno riflettere e scavano nel confine freddo tra la burocrazia e la verità. Come la storia di Genovese Pagliuca che, poco più che ventenne, pagò con la vita l'amore che lo legava alla fidanzata. La donna del boss Bidognetti si invaghì della fidanzata di Genovese, la fece rapire per un mese. La giovane fu drogata e sottoposta a violenze, ma riuscì a scappare e tornare dal suo fidanzato. Questo non fu perdonato dal clan che uccise barbaramente il povero Genovese Pagliuca, che però non è considerato una vittima innocente poiché aveva un amico al tempo incensurato che, in seguito, fu ritenuto vicino ai clan. Ad assistere i parenti delle vittime l'avvocato Giovanni Zara, che chiede ascolto al ministero e chiede al Parlamento di intervenire dal punto di vista legislativo
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