Una funzionaria italiana che lavora a Bruxelles: "E' vietato uscire. La città è bloccata"
pubblicato il 22 marzo 2016 alle ore 14:14
Al telefono con Fanpage.it, Federica M. che lavora a Bruxelles racconta cosa è successo nelle ultime ore. Federica era da poco arrivata in ufficio quando ha iniziato a sentire i boati e le sirene più frequenti del solito, perché, ammette, “Negli ultimi mesi si vive con i boati e le sirene in sottofondo. Stamattina c’era tanto traffico, hanno chiuso tutte le metro, dichiarato l’allerta massima di terrorismo e ci hanno contattati per dirci di restare chiusi dove ci troviamo”. “Una mia amica si trova all’aeroporto”, continua Federica, “So che sta bene, ma è arrivata 5 minuti dopo l’attentato”. “È cambiato tutto negli ultimi mesi”, rivela l’intervistata, “Dagli attentati di Parigi, è normale camminare per la città con le camionette militari e i soldati con i mitra che ti perquisiscono prima di entrare nei negozi”. Tuttavia, rivela “Entrare in aeroporto è facile, i controlli sono quasi del tutto assenti, soprattutto nell’ultimo mese, era quindi plausibile che accadesse qualcosa nella hall dell’aeroporto”. “Abbiamo ricevuto comunicazioni da parte della Farnesina e dell’Ambasciata italiana di restare chiusi dove ci troviamo e di non uscire in strada”, conclude.
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