"Picchiati dai tassisti e inseguiti dalla polizia", in viaggio con l'app di Uber che fa paura ai taxi
pubblicato il 10 febbraio 2015 alle ore 09:22
Il ministro Lupi l'ha dichiarata illegale e il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, la contrasta, ma UberPop, l'applicazione che consente a tutti gli iscritti di dare e ottenere passaggi a pagamento, è più viva di prima. Ce lo spiega Maurizio, uno dei primi ad aver iniziato a fare il "driver" con Uber. "Ho perso il lavoro ed ero tartassato dalle tasse, – ci racconta – per questo, non sapendo cos'altro inventarmi ho installato questa applicazione. All'inizio guadagnavo sui 1000 euro al mese, facendo una decina di corse al giorno, ma adesso il clima è diventato insostenibile, – ci spiega – i tassisti ci aggrediscono e la polizia locale quando ci ferma ci ritira patente e libretto e ci sequestra il mezzo". I controlli si sono intensificati, ma a farne le spese, però, sono gli utilizzatori, non l'applicazione californiana che nel 2015 prevede utili per 10 miliardi di dollari. "La legge dovrebbe adeguarsi alle nuove tecnologie, non può fermare il progresso" – sostiene Maurizio, che ci ha portato in giro con lui per Milano, facendoci vedere quanto è facile fare i tassisti nel terzo millennio.Servizio di Francesco Loiacono e Sacha Biazzo
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