"Odiavo mio padre, ma ora ho sconfitto i miei fantasmi": La storia di Marcell Jacobs
pubblicato il 2 agosto 2021 alle ore 17:11
In riva al lago di Garda ci sono tre bambini davanti alla tv: stanno guardando il loro papà diventare l’uomo più veloce del mondo. Lamont Marcell Jacobs ha appena vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi e il suo primo pensiero è per la sua famiglia che lo segue da lontano e per i figli che gli hanno insegnato a sconfiggere le paure e ritrovare se stesso. Marcell Jacobs è nato a El Paso, in Texas, il 26 settembre 1994 da mamma italiana, Viviana Masini, e papà americano, Lamont Jacobs, un ex militare conosciuto mentre era di stanza a Vicenza. Ma pochi giorni dopo la nascita di Marcell, il padre rispose a una chiamata in Corea del Sud, con la madre che prese la coraggiosa decisione di non seguirlo, trasferendosi col bambino a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia. A scuola non sono mancate le difficoltà per il piccolo Marcell, quando la maestra gli chiedeva di disegnare la sua famiglia lui pensava solo alla madre. Quelle rare volte in cui si sentivano erano persino costretti a usare il traduttore, dal momento che nessuno dei due parlava la lingua dell’altro. A 10 anni Marcell scopre per la prima volta il mondo dell’atletica leggera, all’inizio predilige lo sprint ma poi, a partire dal 2011, viene indirizzato al salto in lungo. Non ci vuole molto a capire che quello davanti è una grande promessa dello sport italiano, ma purtroppo c’è sempre qualcosa che limita Marcell, impedendogli di spiccare il volo. Stanco dei continui infortuni e delle tante gare non all’altezza delle aspettative, Marcell decide così di ritornare allo sprint, facendosi aiutare nei suoi allenamenti da una mental coach. Nella vita di Marcell ci sono adesso anche Jeremy, Anthony e Meghan, i suoi tre figli che lo guardano con gli occhi ammirati dei bambini. Perché oggi che Marcell ha riaperto le braccia a suo padre, è finalmente diventato la persona che ha sempre sognato di essere. Ai Giochi olimpici di Tokyo 2020 Marcell è stato il primo italiano a qualificarsi per una finale dei 100 metri piani e, poche ore dopo, il primo a vincere una medaglia d’oro nella specialità, un’impresa storica che insegna che non è mai troppo tardi per trovare la propria strada e che l’amore di una famiglia rimane sempre la vittoria più importante.
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