Il coronavirus è mutato: i ceppi più diffusi infettano di più e forse sono più contagiosi
pubblicato il 3 luglio 2020 alle ore 15:13
I ceppi di coronavirus differiscono da quello originale emerso in Cina a fine 2019. Presentano infatti una mutazione specifica a livello della proteina S (o Spike), che secondo un nuovo studio permetterebbe al coronavirus di infettare più agevolmente le cellule umane. La variante mutata sarebbe inoltre maggiormente trasmissibile e responsabile di una carica virale più elevata nei positivi. A dirlo è un team di ricerca internazionale guidato da scienziati americani del Laboratorio Nazionale di Los Alamos.
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