Ci stiamo autodistruggendo, la sesta estinzione di massa è iniziata: cos'è e come fermarla
pubblicato il 11 ottobre 2017 alle ore 11:09
Stiamo vivendo la sesta estinzione di massaMolti animali sono morti che camminano, non lo sanno, ma si estingueranno.
Diremo addio al 41% degli anfibi al 26% dei mammiferi entro pochi anni e presto anche i nostri mari saranno vuoti.
I vertebrati stanno infatti scomparendo ad una velocità 100 volte superiore rispetto al normale.
Ma perché?
Stiamo vivendo la sesta estinzione di massa
Cosa significa?
Quando parliamo di 'estinzione di massa' ci riferiamo alla 'transizione biotica' quel periodo storico in cui il Pianeta perde un numero elevato di specie viventi prima di iniziare un nuovo ciclo.
Andando in ordine cronologico, la Terra ha affrontato:
Prima estinzione – Ordoviciano-Siluriano – circa 450 milioni di anni fa
Seconda estinzione – Devoniano superiore – circa 375 milioni di anni fa
Terza estinzione – Permiano-Triassico – circa 250 milioni di anni fa
Quarta estinzione – Triassico-Giurassico – circa 200 milioni di anni fa
Quinta estinzione – Cretaceo-Terziario – circa 65 milioni di anni fa (quella dei dinosauri per intenderci)
E adesso tocca alla sesta estinzione di massa, quella che vede coinvolto l'Antropocene, l'era geologica attuale in cui noi esseri umani siamo i responsabili dei cambiamenti ambientali in corso.
Cos'ha di speciale la sesta estinzione di massa?
Ad un primo sguardo può sembrare accettabile di vivere all'interno di una nuova estinzione di massa, in fondo si tratta solo di cicli della Terra – oppure no?
La causa dell’accelerazione della sesta estinzione di massa siamo noi.
Inquinamento, caccia, pesca intensiva, riscaldamento globale, deforestazione, insediamenti delle città, distruzione degli habitat naturali: per colpa nostra gli animali stanno morendo 100 volte più velocemente di quanto previsto da Madre Natura.
“Ci sono specie animali in tutto il mondo che sono in realtà morti che camminano”, queste le parole del professore della Stanford University, Paul Ehrlich: era il 2015.
I morti viventi esistono, ma non sono zombie, sono animali che ormai, indipendentemente da come cercheremo di cambiare il nostro futuro, sono destinati a scomparire.
E la situazione nei nostri mari non è certo migliore.
Un recente studio dimostra che entro il 2048 potremmo aver perso quasi tutti i pesci di cui attualmente ci nutriamo. Per non parlare dei coralli che a causa dell'acidificazione dei mari stanno scomparendo a vista d'occhio.
“Presto saremo estinti, non c'è nulla che si possa fare, ormai è tardi” con queste parole il professore e scienziato Frank Fenner sottolinea il periodo storico che stiamo vivendo e annuncia che entro 100 anni gli esseri umani non esisteranno più: era il 2010.
La fine è evitabile?
Non è chiaro se sia o no evitabile il disastro annunciato, non sappiamo se i nostri nipoti vivranno su un Pianeta scarsamente popolato dagli animali. Quel che è certo è che se vogliamo salvarci e salvare gli altri animali dobbiamo intervenire, non solo aspettando le scelte politiche da parte dai capi di Stato, che sono fondamentali, ma anche facendo qualcosa nel nostro piccolo.
La speranza non basta, servono azioni. Riduciamo gli sprechi e l'impatto che abbiamo sull'ambiente, acquistiamo gli alimenti nelle quantità di cui abbiamo bisogno, buttiamo i rifiuti nella spazzatura, chiediamoci sempre la provenienza di ciò che mangiamo e di come sia stato coltivato o allevato.
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