La terra sotto i piedi di Daniele Silvestri: "Nella trap bisogna alzare il livello, ma non di THC"
pubblicato il 5 maggio 2019 alle ore 11:36
Dopo aver guardato la realtà che lo circondava dall'alto di un filo dove si teneva in equilibrio come un acrobata (titolo del suo album precedente), daniele Silvestri ha voluto cambiare prospettiva e lo ha fatto scendendo giù e raccontando tutto in "La terra sotto i piedi", il nuovo album del cantautore che ha voluto anticipare il tutto con tre 45 giri tematici, ovvero "il "Vol.1: Dance Pack" con "Complimenti Ignoranti" (Lato A) e "Tempi Modesti" (Lato B), il "Vol.2: Rap Pack” con "Argentovivo" (Lato A) e "Blitz Gerontoiatrico (Lato B) e l'ultimo, il "Vol.3: Love Pack", con il secondo singolo "Prima che" (Lato A) e "L'ultimo desiderio" (Lato B). Presentazione che si è estesa anche alla presenza sul palco del festival di Sanremo proprio con "Argentovivo" che ha vinto, tra gli altri, il Premio della critica Mia Martini.
In quest'album Silvestri fa quello che sa fare, ovvero buona musica parlando di amore, ma anche di società e di musica: ci sono i social e le derive, c'è la difficoltà di rapportarsi ai 'nuovi fan digitali, mc'è tanto amore, quello 'classico', quello per i figli, quello per Francesco Totti a cui ha dedicato una canzone ad hoc, fino alla nuova generazione musicale. Sempre ironico, il cantautore romano si è preso qualche mese ed è andato a scrivere e registrare l'album a Favignana, posto speciale, per lui, che ha messo il tutto, ancora una volta nelle mani di Daniele "Il Mafio" Tortora e facendosi aiutare anche da ospiti come Niccolò Fabi, James Senese e Fabio Rondanini.
"In 'Acrobati avevo voglia di guardare le cose da lontano, dall'alto in particolare, che vuol dire, in realtà, guardare le cose con distacco, da una parte, ma anche con la capacità, la possibilità, l'intenzione di avere uno sguardo ampio che a volte aiuta a capire meglio le cose - ha spiegato ai microfoni di Fanpage.it -. Mi è venuta di nuovo voglia di vederla da vicino le cose e poi perché la vita a volte ti acchiappa e ti riporta con i piedi per terra anche quando non vorresti e questo in fondo è servito, c'è anche un mondo intorno che cambia sempre, quindi raccontarlo, cercare di entrarci dentro, di smontare dei meccanismi o portarli alla luce diventa parte integrante di un mestiere che cerca di avere uno sguardo sul mondo, però, appunto, questo sguardo, adesso, avevo bisogno che fosse vicino alle cose, non più lontano".
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