Mostri - Antonio Langone (ESCLUSIVA)
pubblicato il 24 aprile 2018 alle ore 11:00
"Mostri" è il primo singolo di Antonio Langone tratto da "Oltre gli alberi ci sono le stelle", album che verrà presentato a L'Asino che vola giovedì 3 maggio. Con lui sul palco Antonio Lana (batteria e pad), Michele Bellanova (chitarre elettriche), Roberto Sanguigni (basso elettrico) e Luca Bellanova (piano e tastiere). Non solo. Ci saranno anche degli ospiti speciali come STAG, Lontano da qui e DAP.
Mostri nasconde il vuoto dietro un sorriso, il ghiaccio dietro gli occhi. Questa canzone scompiglia, parla di acque senza corrente, di immobilità costante, di formiche sopra i sensi a confondere i giorni. Non esistono recinti, non esistono circonferenze, siamo soli e nudi in preda alle intemperie. In questo brano si affronta l'esperienza del dolore. La cura del dolore. Il dolore non è altro che un affetto, un sentimento. Un sentimento per se stessi, un momento personale in cui guardare in faccia tutti i fantasmi, iniziare a chiamarli con il proprio nome. I mostri ci spaventano, ma ci rendono uomini. In Mostri ci si mostra fragili per riscoprirsi consapevoli.
Oltre gli alberi ci sono le stelle è un disco per chi è troppo figlio per essere padre, per chi è troppo figlia per essere madre. Tante le paure, troppi gli smarrimenti, le strade cambiate all'ultimo secondo. Molte le porte aperte, ma troppi i balconi chiusi. Tante le cose perse. Un disco scritto in una stanza vuota, con tanta polvere ad impastare la bocca e i pensieri. Un disco, però, che all'improvviso va alla ricerca di responsabilità, che si vuole liberare dell’incertezza, che vuole proteggere, proteggersi e, per assurdo, trova questa protezione in un bosco, di notte, alla ricerca delle stelle.
Oltre gli alberi ci sono le stelle è un disco dedicato a chi sa affacciarsi dal finestrino, per chi sa guardare oltre la staccionata, per chi rischia. Un viaggio per capire che le paure saranno le nostre più fedeli compagne di strada, non si può prescindere dalla loro presenza, se così fosse non potremmo apprezzare il gusto di un respiro profondo. Poi, se c’è tanta luce ci sarà anche tanta ombra. Quell'ombra siamo pur sempre noi, niente panico, è solo un nostro riflesso.
"Io l’ho accettato. Io ho accettato la mia ombra, il mio oscuro passeggero, lei, lui ha accettato me. Sono figlio e lo sarò per sempre, ma con questo disco sono diventato un po’ padre".
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