Kento, il rapper ribelle con l'anima blues: "'Da Sud', contro le mafie e i nuovi fascismi"
pubblicato il 21 febbraio 2017 alle ore 16:17
Si chiama "Da Sud" l'ultimo album del rapper calabrese Kento e della sua band i Voodoo Brothers che arriva a due anni da "Radici" e conferma la strada che dal rap porta a quel blues le cui radici sono sempre state molto importanti per il musicista: "Si dice che il sud sia un luogo della mente prima che geografico, quindi 'Da Sud' significa dal sud dell'Italia, ma anche dagli States dove nasce il blues che ci ha ispirati, ma anche dal basso, insomma, da quello che è periferia" spiega davanti alle telecamere di Fanpage.it.IL RAP E L'IMPEGNO CONTRO LE MAFIE
Ma Da Sud è anche l'associazione con cui ha collaborato l'associazione antimafie che ha visto in questo progetto un ottimo lavoro su cui investire energie e non solo, ritrovandoci i valori e l'impegno giusto nel diffondere la cultura dell'antimafia. E nell'album, ad esempio, si raccontano anche due storie emblematiche, quella di Totò Speranza, "bassista di gruppo reggae ucciso per un debito di 300 mila lire di marijuana e Denise Cosco che ha testimoniato contro il padre mafioso e assassino della madre": "Da Sud è anche l'associazione che ha collaborato alla realizzazione dell'album, non solo da un punto di vista economico e logistico ma anche dal punto di vista delle tematiche: abbiamo scelto insieme delle storie da raccontare, io ci ho messo le rime però si può dire che il disco è un lavoro corale e sono contento così".
UNA BAND VERA E PROPRIA
"I miei musicisti non sono turnisti, sono una band vera e propria, fanno la produzione artistica, mi accompagnano nei live, quindi doveroso metterli anche nel nome del progetto e poi caratterizzano il sound, sono un valore aggiunto anche perché non ho il problema di ego dei rapper di dire 'No ci devo stare solo io'. Non significa che in futuro non farò dischi come Kento, ma per ora va bene così".
I NUOVI FASCISTI
E se gli si chiede chi sono i nuovi fascisti, risponde: "Il nuovo fascista assomiglia molto al vecchio, solo che ora porta giacca e cravatta, prima l'Italia, l'Italia agli italiani, le ruspe. Io non ho paura del fascista, ma della zona grigia, dell'indifferenza".
RAP TRA MAINSTREAM E RADICI
"Non ho nulla contro il rap mainstream, credo che sia naturale che il rap sia arrivato nei talent, basta che ci ricordiamo la storia dell'hip hop è differente, che è un movimento culturale, prima ancora che musicale che nasce dal basso, dal sottoproletariato urbano e il modo migliore per mantenerlo vivo non dobbiamo dimenticare le radici".
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