I passeggeri diversi, il monologo di Maria De Filippi alla finale di Amici 20
pubblicato il 15 maggio 2021 alle ore 22:47
Ecco il monologo che Maria De Filippi ha dedicato ai cinque finalisti di Amici 20. Sul videowall scorrono le immagini di tutta la stagione e la voce di Maria De Filippi scandisce i tempi: "Amici è il Trenitalia perfetto, che ti arriva dritto dritto, che ristrutturano anno per anno, con i controllori, i conducenti, le hostess. Bravi tutti. Questo viaggio è arrivato a destinazione. Siamo al capolinea. Quando noi scenderemo, lasceremo il treno vuoto pronto per ripartire con altri passeggeri. Noi passeggeri di oggi facciamoci un grande applauso come quelli che si fanno quando atterra un aereo. Deddy è un passeggero che sale sul treno, che si siede al posticino accanto al finestrino in fondo per paura di essere visto. Quando scenderà dal treno si alzerà da quel posto da quattro che occupa solo lui quello che viene usato da chi ha le spalle grosse perché si è allenato tanto. Giulia, prima di salire sul treno non pensava nemmeno di superare i controlli. Non sapeva quale fosse il suo posto e aveva paura di sbagliarsi. Una di quelle che ti chiede dov'è la testa del treno ma una volta che glielo dici non si sbaglia più. Finirà la sua corsa, salda e bella sul posticino di cui era tanto sicura, lei non vorrebbe mai scendere dal treno. Aka è uno di quei passeggeri che inizia a parlare con tutti a voce alta, se sei preso bene diventa uno di quei passeggeri che non conosci e che ci parli tutto il viaggio che non finisce mai. Uno di quelli che dopo tre stazioni vuole scendere, Aka non è sceso e sta per finire il viaggio. Ale, di viaggi importanti se n'è fatti e spesso è arrivato a meta. Uno di quelli che ha preso il treno in corsa mentre aspettava in stazione. Sta per scendere da questo treno consapevole che il suo volto riflesso nel finestrino è nuovo e diverso rispetto a quello che vedeva riflesso su altri treni. Sangio: uno di quei passeggeri che prende il treno all'ultimo e sta in disparte, poi si unisce agli altri e di nuovo solo. Usa il viaggio per riflettere o per fuggire, uno di quelli che nel treno trova l'ambiente di sentirsi adatto e libero. Questi siamo noi, passeggeri diversi con destinazioni diversi ma con una cosa in comune: siamo quel passeggero che sale, si siede e continua a lavorare. Dobbiamo essere fieri di noi".
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