"La terra dell'abbastanza", film dei fratelli D'Innocenzo in sala con tre candidature ai Nastri d'Argento
pubblicato il 31 maggio 2018 alle ore 12:33
L'osannato debutto dei D'Innocenzo sulla fascinazione del male Roma (askanews) - E' stato osannato dalla critica italiana e internazionale al festival di Berlino, ha appena ricevuto tre nomination ai Nastri d'argento, e dal 7 giugno arriva nei cinema "La terra dell'abbastanza", film d'esordio dei fratelli Fabio e Damiano D'Innocenzo. Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti interpretano due giovani amici della periferia romana, due bravi ragazzi che dopo aver investito un uomo entrano a far parte di un gruppo criminale, cadono nel vortice del male e perdono ogni capacità di compassione. "Ci interessa l'osservazione del male nella misura in cui spesso ti ci trovi anche un po' catapultato. C'è una drammaturga inglese che io amo molto, si chiama Sarah Kane, che diceva 'la scelta viene dopo'. In certi posti è più facile che la scelta proprio non ci sia. Anche il male è una cosa generante, anche se spesso ce lo neghiamo perché sembra quasi una cosa che vogliamo mantenere lontana, fuori campo. No, il male c'è, anzi bisogna sapere che c'è per poi saperlo attraversare bene". Il film potrebbe essere ambientato in una qualsiasi periferia del mondo, per i registi ha una eco universale. "Noi chiamiamo sempre questo un film a specchio, nel senso che non c'è solo quello che si vede sullo schermo, ma c'è un riflesso di questo specchio, che ti fa connettere con la tua interiorità e ti fa fare delle domande estremamente generanti, fondanti su cosa vuol dire vivere il momento storico che viviamo, vivere la sofferenza, vivere il senso di colpa". Uno dei grandi pregi de "La terra dell'abbastanza" è il fatto che non mostra alcuna fascinazione nei confronti della criminalità. "Io credo ci sia anche uno spirito emulativo rispetto ai ragazzi delle periferie quando in tv viene mostrata la criminalità con dei connotati affascinanti, glorificati. Non bisogna rischiare di creare delle icone che possano diventare simboliche per le nuove generazioni. C'è qualcosa di più importante della criminalità ed è, ovviamente, la cultura".
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