"Così hanno lasciato morire mia mamma di coronavirus: a Nembro non la visitava nessuno"
pubblicato il 30 marzo 2020 alle ore 08:29
È solo una delle migliaia di storie drammatiche che si stanno consumando nelle province più colpite dalla pandemia di coronavirus in Lombardia, eppure riassume in sé molte delle tragedie che in queste settimane hanno vissuto tantissime famiglie. Lei è Cinzia, sua madre era di Nembro, uno dei paesi focolaio della bergamasca. Il 24 febbraio la madre si ammala, ha la febbre e inizia a non respirare bene. Cinzia prova a chiamare il medico, come da protocollo, ma il medico si rifiuta di andarla a visitare e si limita a prescriverle della tachipirina. La madre peggiora, arriva ad avere una saturazione del 67%, quando non dovrebbe scendere oltre il 90%. Cinzia chiama il 112, ma in quel momento ci sono 7 persone prima di lei e dovrà aspettare 6 ore un'ambulanza. Nel frattempo riesce a recuperare una bombola d'ossigeno e a mantenerla in vita per qualche altra ora, prima di arrivare al Pronto Soccorso. Quando dopo giorni d'attesa la madre riesce ad avere un ricovero in ospedale, i medici le spiegano che è troppo anziana e grave per essere intubata. Così, senza poterla salutare, Cinzia perde la madre. "La rabbia che io ho - ci racconta - è che non l'abbia visitata nessuno in una settimana di tempo, nessuno".
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