Proposta indecente a Fanpage, Ordine e Sindacato giornalisti: "Vicenda assurda, giusto denunciare"
pubblicato il 4 luglio 2019 alle ore 15:55
Fanpage.it ha rifiutato la proposta di comprare per 15mila euro le prove di una presunta truffa realizzata da Alessandro Proto, l’uomo d’affari arrestato dalla Guardia di Finanza il 12 giungo scorso. L’offerta è arrivata da Giuseppe e Marco, a nome di un gruppo di almeno una decina di persone, che sarebbero state raggirate da Proto con la promessa di lauti guadagni per degli investimenti che poi si sono rivelati fasulli.
Abbiamo chiesto a Giuseppe Giulietti, il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) e a Carlo Verda, il presidente dell’Ordine dei giornalisti, un loro parere sulla vicenda. “Questo caso – ha commentato Giulietti – dimostra che la redazione non si è piegata all'umiliante pratica del pagamento per ottenere una notizia. Dispiace vedere persone che hanno bisogno di adeguarsi a questi mezzi per ottenere del denaro”.
“Una richiesta come questa è semplicemente irricevibile”, è invece l’opinione di Verna. “Per definizione, la notizia è qualcosa che i giornalisti cercano e pubblicano, ovviamente, senza doverla pagare. E sempre nel rispetto della verità sostanziale dei fatti. Chiedere del denaro è una pretesa arbitraria perché il giornalista non accetta condizionamenti per la pubblicazione o per la soppressione di una informazione”.
Abbiamo chiesto a Giuseppe Giulietti, il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) e a Carlo Verda, il presidente dell’Ordine dei giornalisti, un loro parere sulla vicenda. “Questo caso – ha commentato Giulietti – dimostra che la redazione non si è piegata all'umiliante pratica del pagamento per ottenere una notizia. Dispiace vedere persone che hanno bisogno di adeguarsi a questi mezzi per ottenere del denaro”.
“Una richiesta come questa è semplicemente irricevibile”, è invece l’opinione di Verna. “Per definizione, la notizia è qualcosa che i giornalisti cercano e pubblicano, ovviamente, senza doverla pagare. E sempre nel rispetto della verità sostanziale dei fatti. Chiedere del denaro è una pretesa arbitraria perché il giornalista non accetta condizionamenti per la pubblicazione o per la soppressione di una informazione”.
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