Palermo: il mistero della stanza blu. Tra massoneria e Islam
pubblicato il 19 ottobre 2014 alle ore 10:46
Quando Giuseppe Cadili e Valeria Giarrusso decisero di acquistare l'appartamento dove vivono con il loro figlio di 4 anni, non avrebbero mai immaginato che tesoro vi fosse nascosto dentro. Insegnante al Convitto nazionale lui, addetto stampa dell'AST lei, comprarono quella casa quando ancora era un rudere e la ristrutturarono con pazienza. Durante i lavori si accorsero di alcuni ghirigori in una stanza, nascosti sotto 5 diversi strati di pittura. Prima però di investire risorse per scoprire di cosa si trattasse, occorreva rendere la casa vivibile. Un giorno, quando un restauratore cominciò ad operare in quel locale, venne fuori la sorpresa: un'intera stanza dipinta di blu e con dei particolari segni che assomigliavano a scritte arabe. Da quel giorno molti studiosi sono passati da quella stanza e ognuno con una versione differente. C'era chi sosteneva che si trattasse di una sorta di moschea privata, chi pensava che fosse un luogo per fumare e rilassarsi, chi pensava che fosse una stanza per la lettura. Soltanto adesso, dopo diversi anni, tre studiosi hanno asserito, in una relazione ancora inedita, che si tratterebbe di una stanza per riti massonici di radice musulmana. Un esemplare forse unico al mondo.
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