Come funziona il sistema Expo2015: nessun controllo antimafia per i contratti fino a 100mila euro
pubblicato il 8 maggio 2014 alle ore 10:32
"Non è assolutamente un regalo alla 'ndrangheta" - così David Gentili, Presidente della commissione antimafia del Comune di Milano, commenta la terza redazione delle linee guida sul controllo di legalità per i lavori dell'Expo 2015. Secondo quanto trapelato sugli organi di stampa, la soglia dei controlli antimafia è stata raddoppiata, in questo modo le verifiche sulla legalità delle società operanti avverranno solo per i contratti che superano i 100mila euro, non più come prima, i 50mila euro. La motivazione è che troppi controlli di verfica sulle società che eseguono i lavori rallenterebbero i cantieri, ma la conseguenza è che inevitabilmente meno controlli permettono alla criminalità di infiltarsi nel ricco piatto degli appalti, soprattutto per quei lavori collaterali, come la costruzione dell'autostrada Pedemontana e della nuova tangenziale di Milano. Il rischio è che i contratti vengano volutamente ripartiti in parti inferiori ai 100mila euro per aggirare i controlli, come già successo in passato. La preoccupazione sale anche per i padiglioni delle nazioni straniere, che, in quanto straniere, stipuleranno contratti privati non contemplati nel codice antimafia, che quindi esulano dal protocollo di legalità. Il provvedimento, infatti, vede la luce all'alba dell'inizio dei lavori dei padiglioni stranieri che prenderanno il via quest'estate.
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