Berlusconi dalle dimissioni alla rimonta
pubblicato il 26 febbraio 2013 alle ore 11:04
Come un mago, ha estratto dal cilindro il coniglio che gli ha permesso di dare il via alla rimonta. E' il 3 febbraio del 2013, mancano 21 giorni al voto per il nuovo governo, e Silvio Berlusconi annuncia la sua proposta choc, dopo aver lasciato per giorni gli avversari sulla graticola. All'annuncio della restituzione dell'Imu, è seguito un vero e proprio assedio mediatico del Cavaliere: dalle prime ore del mattino sino a tarda sera, Berlusconi non si è lasciato scappare nessuna occasione televisiva e radiofonica. Gli avversari, inutile dire, lo hanno attaccato per la sua proposta sull'Imu, hanno provato a smontarla con obiezioni concrete. Ma, come fa ormai dal 1994, lui è andato avanti. Il novembre 2011, quando lasciava il timone di Palazzo Chigi al tecnico Mario Monti e lo spread Bpt-Bund era oltre 550 punti, sembra lontano anni luce dopo il verdetto delle urne: è riuscito a far cadere nel dimenticatoio gli scandali che dal Lazio alla Lombardia hanno scosso il Popolo della Libertà, ha cancellato in un solo colpo le primarie che il partito avrebbe dovuto celebrare il 16 dicembre 2012. Un appuntamento voluto fortemente dal delfino, Angelino Alfano, che alla fine ha dovuto fare il passo indietro. E chi, invece, non ci è stato, come Giorgia Meloni e Maurizio Crosetto, si è accomodato alla porta senza troppo proteste. Intanto l'ex premier ha continuato a tessere la sua tela, stringendo l'accordo con la Lega in Lombardia, candidandosi per il ministero dell'Economia e dello Sviluppo economico e rilanciando, per la sua sesta campagna elettorale in 18 anni, attacchi alla magistratura e condoni tombali. Dopo il contratto, questa volta ha inviato il fac-simile per il rimborso dell'Imu a casa degli italiani, mandando molti in confusione. Immediate le polemiche, ma il risultato del voto sembra dargli ragione, anzi forse è andato oltre le sue stesse aspettative. E chi nel centrosinistra sperava che la presenza di Nanni Moretti sul palco del Pd potesse lasciare presagire la fine del Caimano, evidentemente sbagliava.
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