Coez, il tour e la notorietà: "Emergere oggi è difficile, siamo tanti e chissà se dureremo"
pubblicato il 1 ottobre 2019 alle ore 16:16
"Se mi guardo indietro vedo tantissima fatica, tanti momenti anche duri in cui non dico che ho pensato di mollare, ma ci sono stati momenti duri, il botto poi è arrivato nel momento in cui mi ero fatto dei calcoli, mi ero ridimensionato, ero tornato indipendente" dice Coez dall'Arena di Verona, dove ha tenuto il concerto che ha dato il via al suo tour che lo vedrà impegnato nei Palazzetti italiani tra ottobre e dicembre. Il cantante romano, uscito quest'anno con "È sempre bello" è uno dei veri fenomeni italiani di questi ultimi anni, riposizionando il canone pop italiano e cavalcando alla perfezione i cambiamenti discografici di questi uktimi tempi.
"Sono uno di quegli artisti che con un album ha avuto indietro quello che aveva fatto in quattro, o forse con una canzone, addirittura. Se guardo indietro vedo una persona, un ragazzo ai tempi, che seguiva solo il suo istinto e poi alla fine ha sculato e gli è andata bene" dice ridendo e schernendosi, ma consapevole di quello che ha fatto e della fatica che bisogna fare per restare sulla cresta dell'onda: "Se guardo avanti è abbastanza tosta, non so, quella frase di Andy Warhol mi gira sempre in testa, quella dei 15 minuti di notorietà, una frase che comincia a prendere sempre più senso, perché prima gli artisti che ce la facevano erano pochissimi e duravano tanto, adesso sono molti di più e chissà se dureranno o no e mi ci metto anche io in mezzo, chiaramente ognuno deve avere un minimo di presunzione di essere uno di quelli che poi riesce a durare. Io, dopo cinque dischi, ho ancora cose da dire, penso che ne avrò per molto, però resta comunque un punto interrogativo ed è il bello di questo mestiere"
"Sono uno di quegli artisti che con un album ha avuto indietro quello che aveva fatto in quattro, o forse con una canzone, addirittura. Se guardo indietro vedo una persona, un ragazzo ai tempi, che seguiva solo il suo istinto e poi alla fine ha sculato e gli è andata bene" dice ridendo e schernendosi, ma consapevole di quello che ha fatto e della fatica che bisogna fare per restare sulla cresta dell'onda: "Se guardo avanti è abbastanza tosta, non so, quella frase di Andy Warhol mi gira sempre in testa, quella dei 15 minuti di notorietà, una frase che comincia a prendere sempre più senso, perché prima gli artisti che ce la facevano erano pochissimi e duravano tanto, adesso sono molti di più e chissà se dureranno o no e mi ci metto anche io in mezzo, chiaramente ognuno deve avere un minimo di presunzione di essere uno di quelli che poi riesce a durare. Io, dopo cinque dischi, ho ancora cose da dire, penso che ne avrò per molto, però resta comunque un punto interrogativo ed è il bello di questo mestiere"
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