La Maschera racconta il ParcoSofia: "La vera magia? Un pubblico che cresce e diventa famiglia"
pubblicato il 7 novembre 2017 alle ore 09:59
Si chiama "ParcoSofia" il nuovo cd de La Maschera, gruppo napoletano che ha esordito nel 2014 con "'O vicolo 'e l'alleria", ritagliandosi fin da subito un ruolo importante in quel filone del nuovo sound napoletano (non a caso è prodotta da FullHeads). Per questa nuova avventura, la band composta da Roberto Colella (voce, chitarre, sax e tastiere), Vincenzo Capasso (tromba), Alessandro Morlando (chitarre), Antonio "Gomez" Caddeo (basso e contrabbasso), Marco Salvatore (batteria) ha deciso di farsi affiancare nella produzione artistica da Claudio Gnut Domestico e da una serie di amici come Daniele Sepe ai fiati e a tanto altro, Michele Maione alle percussioni, Arcangelo Michele Caso al violoncello, Michele Signore agli archi, ai plettri e ai missaggi, Dario Sansone, Martina De Falco e Alessio Sollo ai cori.C'è molta Africa in un disco che ha tratto ispirazione anche in un viaggio che parte della band ha fatto in Senegal: "Cercavamo qualcosa che potesse unire la matrice napoletana e quella africana" e quello che ne è uscito è un suono che è evoluzione del primo, che si nutre di folk rock ma si apre in faiti e archi e una produzione attenta che accompagna una scrittura che guarda con molta attenzioni alle storie dei personaggi che popolano questo parco: "Le storie del secondo sono tutte vere, rese inverosimili nel racconto", racconta Colella che pare essere affascinato da storie che sono in qualche modo toccate dalla malinconia..
Oggi La Maschera è una realtà importante, come dimostrano le migliaia di persone che hanno affollato lo Scugnizzo Liberato per ascoltarli: "Abbiamo visto una crescita numerica nel pubblico, ma anche nell'interesse che è diverso da un pubblico commerciale. Alla fine si crea un'unica famiglia, un unico gruppo e questa è la magia: uno stato di confidenza alta, con la gente che viene a sentirci" hanno spiegato, anche se resta un problema, che è comune a un pezzo di musica che nasce a Napoli, ovvero quello di abbattere le barriere geografiche e portare questo sound in maniera pervasiva in tutto il Paese. Colella e soci, però, non se ne preoccupano molto: "C'è difficoltà nel fare breccia nei cuori esteri, in persone che non capiscono il dialetto o sono lontane da questo tipo di sound, ma non mi preoccupo, mi interessa fare musica che ci piace".
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