I Soul System presentano Back to the future: La diversità è una risorsa, non un limite
pubblicato il 16 settembre 2017 alle ore 10:38
Si chiama "Back to the future" il primo album di inediti dei Soul System, vincitori dell'ultima edizione di X Factor. La band ha aspettato quasi un anno dalla vittoria prima di pubblicare un disco che risente delle influenze dei cinque componenti della band che ha voluto inserire tutte canzoni scritte dopo la partecipazione al talent: "Sono tutte tracce nate dopo X Factor, in modo che quello che scrivevamo riflettesse esattamente lo stato d'animo in cui eravamo in quel momento" hanno spiegato ai microfoni di Fanpage.it.MESSAGGIO DI INTEGRAZIONE MULTICULTURALE
In "Back to the future", quindi, si trovano il funky, il soul, l'hip hop, e soprattutto la band composta da quattro quinti di ragazzi di origine Ghanese ci tiene a sottolineare che sono tornati, come fanno in "WhiteNiggas" ("WOOOO we back again now go and tell your friends tell’em that we out again and this time we gonna make it to the upper lane”): "'White Niggas' nasce da una linea di basso, è forte perché è un pezzo funky però allo stesso tempo ha un po' di hip hop e un po' di rock. Per noi, poi, è anche un messaggio di integrazione multiculturale, che non si riferisce solo al colore della pelle, ma anche al tipo di professione che uno fa, la diversità è una risorsa non un limite".
SI PARTE DA FUNKY E SOUL
La band poggia tutto su basi funky e soul, come spiegano loro stessi che spiegano: "Per tutte le nuove generazioni che magari non hanno ancora ascoltato il funky e il soul, basta ascoltare i Soul System e da lì si parte. I nostri genitori ci hanno influenzato tantissimo negli ascolti, da Lionel Ritchie a Michael Jackson egli Earth Wind and Fire, diciamo che sono stati soprattutto il funky e la musica gospel le basi a cui ci siamo approcciati per cominciare a suonare".
MONDO COSMOPOLITA, STOP ALLE BARRIERE
Nonostante le difficoltà che la musica black, cantata da italiani fa nel nostro Paese, la band ha un'idea molto precisa: "Visto che importiamo tanta musica e la ascoltiamo in lingua inglese, non vedo perché un prodotto italiano non possa essere esportato all'estero e crediamo che l'Italia sia pronta ad aprire la mente, anche se vivendo in un mondo cosmopolita non dobbiamo più porci quel tipo di barriere".
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