Clementino è un "Vulcano": "Il mio rap 'Black Tarantella' accessibile a figli e genitori"
pubblicato il 27 marzo 2017 alle ore 13:05
Dopo tre album dal titolo che rimandava, in un modo o nell'altro, alla religione ("Armageddon", "Mea Culpa" e "Miracolo!"), Clementino cambia ma non troppo. Il Vulcano, per chi vive a Napoli, è una sorta presenza religiosa alternativa, una presenza muta ma sempre presente, e quel titolo è sicuramente un omaggio alla sua città, come spiega Clementino in un'intervista a Fanpage.it, ma anche al proprio carattere: "Vulcano è il titolo che ho scelto per questo nuovo album, sia per il legame con la mia città, ma anche perché io mi sento un vulcano, sono pieno di fuoco dentro e questo fuoco esce fuori quando metto la penna su carta. E poi non avrei permesso a nessun altro artista di chiamare l'album 'Vulcano', doveva essere l'album mio"."Vulcano" è il sesto album del rapper napoletano, lanciato dal singolo "Ragazzi fuori" con cui il rapper si è presentato per la seconda volta consecutiva al Festival di Sanremo e uscito venerdì scorso: "Due anni consecutivi di Sanremo bastano anche se è stata una bella esperienza". Un album con cui Clemente Maccaro, il ragazzo che, assieme a Rocco Hunt, ha riportato la musica napoletana in testa alle classifica di vendita, torna a un sound più underground, riuscendo, però, a mescolare quelle sonorità a una vena più popolare, in grado di arrivare anche al nuovo pubblico che si è creato in questi ultimi anni, quando, dopo anni di gavetta, è riuscito ad ottenere successo: "Il successo è quando scendi in strada e ti conoscono tutti. La cosa bella è stata che quando facevo le gare di freestyle e facevo un rap molto hardcore mi conoscevano i ragazzi, adesso, invece, mi conoscono anche i genitori, quindi canzoni come "Tutti scienziati", "'O Vient" o "Cos cos cos" sono accessibili a tutti, che non vuol dire commerciali, ma funk, come lo intendeva Pino Daniele".
E proprio Pino Daniele lo definì il futuro della musica partenopea e a sua volta fu preso come padre artistico dal rapper di Nola che oggi si definisce "l'unico esponente italiano del Black Pulcinella, il mio stile, 'black' perché viene dall'afro americano, 'Pulcinella' dal Napoletan Power", sottolineando come "all'inizio mi sforzavo di scrivere qualcosa in italiano, quasi pop per farmi capire, poi quando sono andato a Bergamo ho capito che vogliono quello che sono davvero. La cosa più importante è non snaturarsi, lasciando un po' di napoletanità in tutte le cose". E a proposito di Neapolitan Power, il prossimo video, quello di "Tutti scienziati" vedrà la partecipazione di un altro gruppo che ha portato Napoli fuori dalla regione, ovvero i The Jackal che interpreteranno una parte importante nel video in cui ci sarà una versione ex novo di "Non ci resta che piangere", mentre la chiusura dell'album è dedicata a Paolo Sorrentino, con una canzone dal titolo omonimo in cui si ripercorrono frasi e titoli del regista Premio Oscar.
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