Il ritorno di Andrea Sannino dopo "Abbracciame": "Cantare in napoletano non è da Serie B"
pubblicato il 5 luglio 2018 alle ore 15:21
Con "Abbracciame", Andrea Sannino ha piazzato quella che in America chiamano "instant classic", un classico istantaneo. Ha fatto emozionare e cantare Napoli e l'Italia intera, vip e calciatori, tra cui Dries Mertens legatissimo al brano, e ha realizzato 13 milioni di visualizzazioni solo su Youtube. Quel singolo e quel video fu lanciato in anteprima proprio da Fanpage.it e Youmedia ed è nella nostra redazione di Napoli che Andrea Sannino è voluto ritornare per raccontarci il suo secondo disco, "Andrè". Un lavoro ancora in dialetto, in risposta provocatoria a quanti gli consigliavano di cantare in italiano dopo aver raggiunto il successo, come se cantare in napoletano equivalga a restare ancora in Serie B.
CANTARE IN DIALETTO NON SIGNIFICA FARE DISCHI DI SERIE B
È una volontà di marcare fortemente le mie origini e la mia napoletanità. Una risposta a chi mi diceva "Ora che hai avuto successo, fai un disco in italiano", come se fare un disco in napoletano fosse fare qualcosa di Serie B. Questa terra mi ha dato la creatività per scrivere le mie canzoni, io a lei sono legato.
LA LEZIONE DI LUCIO DALLA
Nella scrittura, seguo da sempre un consiglio magico di Lucio Dalla. Mi diceva "scrivi, scrivi, scrivi, scrivi prima di cantare e canta solo quando sei pronto". Ho aspettato i miei trent'anni per pubblicare il primo disco, prima ho scritto. Volevo essere creduto dalle persone che ascoltano i miei brani.
NON ACCETTO PARAGONI
Non accetto nessun paragone, non voglio essere accostato a nessuno. Voglio essere Andrea e un giorno scegliere di essere come Mario Merola e un altro giorno di essere come Bruno Mars. Voglio essere come i 'mille culure' di Pino Daniele.
ABBRACCIAME, COME GESTIRE IL SUCCESSO
Un successo come "Abbraciame" si gestisce con la stessa spensieratezza che ti permette di creare qualcosa come "Abbracciame". Non sapevamo che sarebbe diventata quello che poi è diventata. Le canzoni le senti, le partorisci e poi decide la gente quale diventa "Abbracciame" e quale no.
IL DISCO CON I FOJA E GIGI D'ALESSIO
Avere due collaborazioni come queste, due generi così diversi, significa creare un ponte tra due linguaggi, tra due generi musicali. Non c'è divisione perché entrambi rappresentano una fetta della nostra città.
UN INNO PER IL NAPOLI, NO!
Non farei un inno per il Napoli perché io mi emozionavo quando sullo stadio si cantava "O Surdato 'Nnamurato". Non era l'inno ufficiale, ma è quella la canzone che ci rappresenta in quel momento come tifoseria. Quindi, no, non credo negli inni realizzati ad hoc.
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