Il rap di Lucariello: "Nel mio 'Vangelo' divento un killer per capire i problemi di Napoli"
pubblicato il 15 dicembre 2017 alle ore 10:39
Si chiama "Il Vangelo secondo Lucariello", il nuovo album di Lucariello, una delle voci storiche del rap italiano, passato anche per gli Almamegretta. Un album di Trap Mediterraneo ("perché penso che ci sia sempre stato un legame, nella musica, tra gli artisti che vengono dalle città del Mediterraneo o comunque che vengono da quel tipo di cultura") in cui il cantante si è divertito a giocare con l'autotune, uno degli strumenti usato per raccontare la sua Napoli e le sue periferie, come esempio per parlare di quelle di tutte quelle del mondo: "La periferia è lo scenario in cui sono vissuto quando ero più piccolo, frequentando casa di mia nonna che abitava a Scampia, sentivi proprio una sensazione di tensione continua di paura e forse sono stato un po' traumatizzato. Il mio avvicinamento alla musica rap è molto legato a questa cosa qua, perché quando ho cominciato ad ascoltarla, capivo che parlavano dei posti in cui vivevo io".FIBRA, NTO E RAIZ TRA LE COLLABORAZIONI
In questo lavoro Lucariello ha voluto solo tre feat., quello con Fabri Fibra nella traccia “Vittoria”, Ntò per la title track “Nuje vulimme ‘na speranza”, e Raiz in “Puortame là fòre” scritto con i ragazzi del penitenziario minorile di Airola. Inoltre sono presenti anche la sigla ufficiale di Gomorra (La Serie) “Nuje vulimme ‘na speranza” ed altri brani inclusi nel soundtrack della terza stagione: “Guagliun ‘e miez a via” e “Killer”
KILLER E L'IMMEDESIMAZIONE
Il racconto di Lucariello è spesso crudo, come in "Killer", ad esempio, canzone raccontata proprio da quel punto di vista: "Il fatto che dentro una canzone divento un killer e cerco di capire che cosa vive una persona che fa quella cosa là. Io sto andando a fare dei laboratori in un carcere minorile e là sono stato 3/4 mesi con ragazzi che a 13, 14 anni hanno giù ucciso ed è là che ti chiedi cosa ci sia dietro, che c'è nella sua testa e ti rendi conto che forse, se ti fossi trovato nella sua situazione probabilmente non avresti fatto una cosa molto diversa".
IL RACCONTO DELLA NAPOLI VIOLENTA
E per quanto riguarda l'idea di non parlare dei problemi di Napoli, il rapper spiega: "Mettere la polvere sotto al tappeto non aiuta: Napoli è una città meravigliosa, però se non parliamo di queste cose, restano là, dove sono".
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