'Nero a metà' fiction Rai, Claudio Amendola: "Sono un ispettore cinico in una Roma vera"
pubblicato il 20 novembre 2018 alle ore 12:56
Protagonista della fiction su Rai1 dal 19 novembre Roma (askanews) - Claudio Amendola torna in tv come protagonista della fiction "Nero a metà", diretta da Marco Pontecorvo, in onda dal 19 novembre su Rai1. Interpreta l'ispettore Carlo Guerrieri, un bravo poliziotto che viene dalla strada ma molto testardo e un po' ribelle. "E' capoccione quest'ispettore, è abituato a fare di testa sua, ha le sue abitudini, i suoi metodi, è un po' cinico, è un po' gattone, è uno che guarda di sottecchi, e soprattutto non ammette interferenze". Guerrieri si ritrova a lavorare per caso con il giovane e ambiziono Malik Soprani, italiano di origini straniere, un tipo molto diverso da lui, interpretato da Miguel Gobbo Diaz. ".. Troppo tecnologico, troppo bravo, troppo preciso, troppo ligio, troppo ben vestito, troppo tutto, troppo vicino a mia figlia, troppo professorino". Caso dopo caso il loro modo di indagare si completa in questo crime-poliziesco in cui si tocca anche un argomento di grande attualità come l'integrazione. "Si parla di integrazione in una maniera intelligente, perché si parla attraverso la quotidianità di questo personaggio di cui stiamo parlando. Con la sua vita riusciamo a raccontare un pochino quello che succede, e ce ne sono tantissimi in questo Paese, di italiani di colore o nati qui, di seconde o terze generazioni, o arrivati da piccolissimi, e perciò assolutamente integrati e soprattutto cittadini italiani". Il personaggio di Amendola è un romano verace, che è nato e vive da sempre nel quartiere dell'Esquilino, dove oggi abitano soprattutto stranieri. "Quel posto di Roma è un quartiere multietnico dove gli italiani e gli stranieri si sono da sempre integrati, con alterne vicende insomma. E' una Roma colorata, è una Roma molto vera, è una Roma popolatissima, ed è una Roma sincera nel senso che è una Roma che c'è, non è una Roma edulcorata, televisiva, è abbastanza vissuta, quindi in questo senso è riconoscibile, non è una Roma da fiction".
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