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Duplice femminicidio a Cisterna di Latina

Centinaia di persone al funerale di Nicoletta e Renèe a Cisterna: “L’amore è stato infangato”

Addio a Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato: in corso questo pomeriggio a Cisterna di Latina i funerali di madre e figlia uccise dall’ex di Desyrèe. Il parroco: “Il nome dell’amore è stato infangato con tutto ciò che amore non è”.
A cura di Beatrice Tominic
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I due feretri trasportati nella chiesa di Santa Maria Assunta, a Cisterna di Latina.
I due feretri trasportati nella chiesa di Santa Maria Assunta, a Cisterna di Latina.
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Giornata triste oggi a Cisterna di Latina dove è stato proclamato lutto cittadino in occasione dei funerali di Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato, uccise dall'ex fidanzato di Desyrèe Amato, figlia dell'una e sorella dell'altra. Ad accogliere i feretri, all'ingresso della chiesa di Santa Maria Assunta una moltitudine di persone ed un cielo luminoso ma grigio. Le due bare, di cui una bianca, sono arrivate poco prima della funzione religiosa. Ad accoglierle un forte applauso da parte di tutti i presenti.

"Renèe e Nicoletta, per sempre nei nostri cuori", si legge in uno striscione in cui le due donne, 49 la mamma e 19 la figlia. "Finché noi vivremo, vivrai anche tu si legge in un altro".

Oltre alle persone che hanno accompagnato le due bare nella chiesa, alcune centinaia hanno raggiunto piazza XIX Marzo a Cisterna di Latina, davanti alla chiesa che ospita i funerali, per ascoltare il rito funebre e l'omelia del parroco. Un'omelia che ha come protagonista l'amore, sia quello dimostrato da Nicoletta e Renèe nei confronti di Desyrèe che come dovrebbe essere, basato sulla "libertà e il rispetto".

Lo striscione per Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato, uccise dall'ex di Desyrèe, Christian Sodano e l'ingresso della chiesa.
Lo striscione per Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato, uccise dall'ex di Desyrèe, Christian Sodano e l'ingresso della chiesa.

L'omelia del parroco

"Il nome dell'amore è stato infangato con tutto ciò che amore non è". Queste le parole del parroco all'inizio della funzione religiosa, don Paride Bove. "Un gesto contro la libertà e contro la negazione della vita. Ma siamo qui soprattutto perché vogliamo che sia il vero amore a muoverci. L'amore per Nicoletta e Renèe, diventate amiche e sorelle non solo di chi ha avuto il dono di conoscerle, ma di tutta la città".

Sono loro che, in quel tragico pomeriggio di martedì 13 febbraio scorso, hanno fatto da scudo a Desyrèe mentre l'ex fidanzato prendeva la mira e sparava. "Questo è un grande esempio per tutti noi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita. E Nicoletta e Renèe hanno dato la loro vita perché hanno amato, tanto amato – continua don Paride – Siamo qui per abbracciare insieme Pino e Desyrèe", dice facendo riferimento ai familiari sopravvissuti.

Una parte di piazza XIX Marzo, gremita di persone e i due carri funebri.
Una parte di piazza XIX Marzo, gremita di persone e i due carri funebri.

"Questa è la nostra missione, rendere questo mondo un posto dove l’amore diventi il vero senso di ogni scelta. Ma dobbiamo capire il vero senso dell’amore, e ripartire da una vera e sana educazione. Non si tratta di una semplicistica teoria o di un vogliamoci bene detto frettolosamente, ma è un serio lavoro incentrato sul rispetto e sulla libertà, sull’essere disposti a fare sacrifici personali, a rigettare ogni forma di male, anche la più piccola. È un lavoro da fare necessariamente su se stessi per diventare capaci di accogliere difficoltà, rifiuti ed errori, per scoprire che da ogni situazione è possibile imparare e ripartire".

L'addio a Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato

A dare l'ultimo saluto a Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato tutti i familiari. Desyrèe è appara con un cappuccio nero e gli occhiali scuri, accompagnata dal padre e da altri intimi, che l'hanno accompagnata sotto braccio fino all'ingresso della chiesa. Con loro anche il nonno Giovanni, padre di Nicoletta e proprietario dell'agenzia immobiliare in cui lavorava la donna e la sorella, zia di Desyrèe, Mariapia.

Palloncini e colombe dopo il rito religioso davanti alla chiesa.
Palloncini e colombe dopo il rito religioso davanti alla chiesa.

Una volta trasportati i feretri fuori dalla chiesa, amici e parenti delle due donne hanno lasciato andare verso il cielo dei palloncini bianchi. Verso il cielo, hanno spiccato il loro volo anche delle colombe bianche.

Palloncini bianchi davanti alla chiesa, mentre i feretri vengono portati nei carri funebri.
Palloncini bianchi davanti alla chiesa, mentre i feretri vengono portati nei carri funebri.

Nel frattempo, sulle porte e i portoni degli esercizi commerciali nella zona intorno alla chiesa, nel pomeriggio sono apparsi i fiocchetti rossi e alcuni cartoncini dello stesso colore. "Non è amore, è violenza", troneggia sul rosso la scritta a caratteri cubitali nera. Sotto, scritto con un carattere più piccolo, si legge: "Se pretende di fare sesso senza il tuo consenso, divulga le tue immagini intime o minaccia di diffondere le vostre conversazioni". In quel caso, come recita il cartello diffuso dal Comune di Cisterna di Latina, non è amore ma violenza.

Cartello "Non è amore, è violenza", sui portoni dei negozi intorno alla chiesa in cui si sono svolti in funerali.
Cartello "Non è amore, è violenza", sui portoni dei negozi intorno alla chiesa in cui si sono svolti in funerali.

Il duplice femminicidio a Cisterna di Latina

"Tutto è successo alla vigilia di una festa importante: San Valentino. E tra l’altro in un quartiere che porta questo nome. Un fatto assurdo", aggiunge durante l'omelia il parroco. È proprio in questo quartiere di Cisterna di Latina che Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato sono state uccise martedì 13 febbraio da Christian Sodano, maresciallo della guardia di finanza che ha aperto il fuoco nella villetta. Il finanziere ha sparato e ucciso la madre e la sorella della ex fidanzata. Non accettava il fatto che lei lo volesse lasciare, come lui stesso avrebbe scritto in alcuni messaggi inviati proprio alla ragazza. "Voleva uccidere anche mio padre", si è convinta la ragazza, come ha raccontato lei stessa alle forze dell'ordine.

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