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Inquinamento a Milano, l’allarme dei genitori: “I bimbi si ammalano, abbiamo paura a farli giocare fuori”

L’alto tasso di inquinamento di Milano e della pianura Padana colpisce soprattutto i più piccoli. A denunciarne la gravità l’associazione Genitori Antismog: “I bambini si ammalano sempre più spesso e non tutti possono portarli fuori città”.
A cura di Chiara Daffini
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Genitori Antismog
Genitori Antismog

La preoccupante situazione dell'inquinamento a Milano sta tenendo banco nel dibattito nazionale degli ultimi giorni. "Finché arriverà la prossima pioggia e tutti se ne scorderanno", denunciano a Fanpage.it i membri dell'associazione Genitori Antismog. Purtroppo, a pagare le conseguenze dell'aria malata sono innanzitutto i bambini.

Bambini che si ammalano sempre più spesso

"La situazione dell'inquinamento di questi giorni – dice a Fanpage.it Beatrice Barachetti, residente a Milano e mamma di due bambini  – la stiamo vivendo con molta preoccupazione, una preoccupazione che in realtà ci accompagna sempre. Mio marito e io abbiamo potuto notare che ci sono delle ripercussioni, specialmente in uno dei nostri figli. Nel periodo in cui siamo qui, ci ritroviamo a soffiargli il naso davvero molto spesso, mentre nel momento in cui ci spostiamo altrove questo problema smette di sussistere".

Analoga situazione per Gianluca Rao, romano, trapiantato a Milano da 14 anni: "I miei figli sono la cartina tornasole dell'inquinamento che c'è in città. Quando si presenta una condizione di scarsa circolazione d'aria, di nebbia o allarmi su polveri sottili,  i miei figli cominciano ad avere dei problemi. Soprattutto il più piccolo tossisce, fa fatica a respirare e si ammala".

Si accoda al gruppo anche Simone Pantalei, che di figli a Milano ne ha quattro: "Come genitore sono molto preoccupato, sia per la situazione milanese sia per la situazione a livello nazionale. Mia moglie, inoltre, lavorando in un reparto pediatrico, vede spesso arrivare bambini portati da mamme spaventate e ricoverati per problemi che poi che si scoprono legati all'inquinamento in città. L'ultimo dei nostri figli ha attacchi di broncospasmo, gli si blocca la gola durante la notte e lo dobbiamo trattare con cortisone e aerosol".

Rossella Mileo è un'ex maratoneta e ha trasmesso al suo bambino l'amore per lo sport all'aria aperta, ma ora si pone alcune domande: "Non voglio trasmettere la paura a mio figlio, allo stesso tempo però sono preoccupata per l'aria che respira, anche solo pedalando o giocando a pallone con gli amici. L'ho sempre incitato a fare sport all'aperto, ma ora mi chiedo se gli faccia più male che bene".

Il report di Save the Children

Le loro sembrano non essere ansie da genitori troppo apprensivi. Lo suggerisce il XIII Atlante dell'infanzia a rischio in Italia di Save the Children, dal titolo "Come stai?". Nel report si legge:

I rischi dell’inquinamento atmosferico per la salute delle bambine e dei bambini vanno da esiti avversi alla nascita, mortalità e tumori infantili, disturbi dello sviluppo neurologico, obesità e patologie respiratorie. Si stima che in Italia l’8,4% dei bambini tra i 6-7 anni soffra di asma e l’inquinamento potrebbe essere la causa scatenante. L’aria inquinata incide anche sullo sviluppo cognitivo dei bambini, che migliora del 13% nelle scuole con i più bassi livelli di polveri sottili nell’aria.

In generale, i bambini sono più fragili rispetto agli agenti patogeni causati dall'inquinamento atmosferico per varie ragioni: sistema immunitario meno sviluppato, inferiore capacità polmonare, bassa statura (sono quindi più vicini al suolo, dove si accumula l'inquinamento) e maggiore quantità di aria consumata rispetto agli adulti in relazione al peso.

I pediatri, "Portateli fuori città"

"Abbiamo parlato di questi problemi di salute con  la nostra pediatra – continua Beatrice -. La dottoressa ha alzato gli occhi al cielo e ci ha detto ‘Dovreste andare un paio di mesi fuori Milano d'estate‘. Noi naturalmente abbiamo sgranato gli occhi, perché non ci era possibile. Però dall'anno seguente in poi, grazie anche alla possibilità che ci ha offerto lo smart working, abbiamo deciso di spostarci fuori Milano nei mesi di luglio e agosto. Questo comporta per noi chiaramente un sacrificio economico e siamo consapevoli che non tutti se lo possono permettere. Ma almeno quando passiamo un tot di giorni fuori nostro figlio smette di avere il naso colante".

Stesso consiglio arriva dalla pediatra dei figli di Gianluca, che però non ci sta: "Sarebbe un problema non da poco per noi, non abbiamo la possibilità di portarli al mare il fine settimana o per lungo tempo l'estate. Ma soprattutto a noi piace vivere la città, crediamo che Milano debba essere vissuta, la soluzione non è scappare via. Mi aspetterei semmai da parte delle istituzioni azioni concrete per risolvere questo problema".

Beatrice e il marito stanno invece riflettendo sulla possibilità di trasferirsi definitivamente altrove: "Lasciare Milano o no è una scelta molto difficile – dice – però ci piacerebbe spostarci in una località di montagna, sarebbe un sogno. Purtroppo però non ci sono ancora le condizioni per poterlo fare".

Giocare al parco fa bene?

Una soluzione di refrigerio per chi deve restare in città è sempre stata il verde pubblico. Ma è ancora così?

"Ho posto il rilevatore che avevo a disposizione in un parco in zona porta Genova – spiega Rossella -, proprio perché volevo capire cosa respirassero i bambini. Ho rilevato così che in quel luogo l'aria superava cinque volte la soglia limite consentita".

E infatti Beatrice tentenna: "Non vorrei negare ai miei bambini la possibilità di giocare all'aria aperta, però se mi chiedessero in questi giorni di andare a giocare al parco, forse troverei la scusa che sto trovando sempre in questi ultimi tempi, cioè ‘È tardi, è ora di andare a casa'. Credo che respirino già abbastanza aria malata nel tragitto da casa a scuola e durante la ricreazione".

Stili di vita alternativi

"Mia moglie e io – racconta Simone – abbiamo scelto di dare uno stile di vita differente ai nostri figli: ci muoviamo con due cargo bike per tutti gli spostamenti quotidiani. Inoltre con Genitori Antismog promuoviamo nelle scuole primarie il progetto ‘Nati per camminare‘, per diffondere tra i più piccoli l'educazione ambientale attraverso piccoli gesti quotidiani, come quello di andare a scuola a piedi o in bici. I bambini sono attentissimi e molto felici quando ricevono queste informazioni. Loro vedono il problema e vedono anche la soluzione".

"Sono avvocato e mamma – spiega Rossella, che ha declinato la sua professione nell'ambito del diritto ambientale, facendo anche consulenza ecologica – quindi mi pongo delle domande per me, per mio figlio, per la mia città. Cerco di darmi anche delle risposte legate all'economia circolare o alle soluzioni più sostenibili. Anche la nostra Costituzione ha posto la tutela ambientale tra i diritti fondamentali, però questi diritti ad oggi sono diventati privilegi, perché per esempio l'acqua e l'aria pulite ci sono consentite se abbiamo la possibilità, economica e di tempo a disposizione, per uscire da Milano, per comprare un depuratore o qualsiasi altra cosa che ci dia il mezzo per respirare, bere, mangiare sano".

"I temi sono complessi – conclude Gianluca, anche lui convertito alla bici per quasi tutti gli spostamenti – e le soluzioni non sono facili. Quello che però mi sconcerta è vedere che siamo arrivati a una situazione come questa, di una decina di giorni di allarme inquinamento, e l'unico messaggio che è passato è stato ‘Chiudetevi dentro casa'. Mi aspetto che la politica adotti interventi mirati prima di arrivare qui.

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