Giallo della Bolognina, ritrovati i resti di Biagio Carabellò: "Ucciso e buttato in un tubo"
pubblicato il 4 aprile 2021 alle ore 10:45
Lettere anonime, un testamento falsificato, macchie di sangue in casa e dei resti umani trovati in un canale: nuovo capitolo nella vicenda del "giallo della Bolognina" sulla scomparsa di Biagio Carabellò, operaio di 46 anni di cui si sono perse le tracce il 23 novembre 2015. A
Fanpage.it l'avvocato e la sorella riavvolgono il nastro sulla vicenda, con un appello: chi è a conoscenza di ulteriori dettagli, si faccia avanti, perchè è il momento giusto, sottolinea soprattutto il legale, Barbara Iannuccelli, visto che le dinamiche e gli equilibri che potevano far paura ad altri testimoni, in uno dei quartieri più popolari della città, non sono più gli stessi. Dopo la morte per cancro della fidanzata, di famiglia benestante, nel 2010, Biagio aveva attraversato un momento molto difficile, ma ne stava venendo fuori. Inspiegabile quindi l'allontanamento volontario. Sotto la lente di ingrandimento c'è anche un pregiudicato bolognese che ha vissuto con lui per circa un anno in una casa popolare vicino la stazione. Ma sono tanti gli aspetti che ancora necessitano di approfondimenti e risposte.
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