"Nove mesi senza mio figlio": un padre in lotta per riavere suo piccolo Alex, sequestrato dalla ex
pubblicato il 19 marzo 2021 alle ore 09:25
E' l'alba del 16 giugno 2020, intorno alle 5 di mattina. Maurizio Di Blasi, siciliano residente a Borgo Tossignano (Bologna), 45 anni, torna a casa da lavoro dopo aver concluso il turno di notte presso un'officina a Massalombarda. Parcheggiando la macchina sotto casa, in questa piccola frazione appoggiata sul versante orientale dell'Appennino Emiliano, Maurizio non sa ancora che di qui a qualche minuto la sua vita verrà stravolta da una terribile scoperta.
Chiavi nella toppa, primo piano, secondo piano. I passi scanditi dal silenzio della notte. La porta che si apre. Qualcosa non va: troppa quiete. La casa è vuota. Suo figlio di sei anni, Alex, non è a dormire nella sua cameretta. E di Kamila, la compagna polacca con cui da un po' di tempo le cose non vanno più tanto bene, è sparita, così come i vestiti dentro l'armadio e i giochi di Alex. Sul tavolo della cucina, un biglietto scritto con una calligrafia che sembra quella di un bambino, a caratteri enormi: "Sono partita a casa, se vuoi fare la denuncia pensa ai servizi sociali, perché tolgono il bambino sia a me che a te e lo danno a un'altra famiglia. Se è quello che vuoi per tuo figlio, fallo".
E' così che inizia l'odissea di Maurizio Di Blasi, cartotecnico di Milazzo (Messina), che da nove mesi non vede più suo figlio e da quattro non riesce a comunicare con lui. La notte del 16 giugno 2020, la sua ex compagna, Kamila, se n'è andata di casa con il figlio facendo perdere le sue tracce. Grazie ai racconti dei vicini, Maurizio è venuto a sapere che intorno alle undici di sera, mentre lui era a lavoro in un'officina a Massalombarda, un furgone è arrivato sotto casa sua. A bordo c'erano due uomini: "Presumibilmente i fratelli di Kamila", ci dice. "Sono convinto che Kamila abbia portato Alex in Polonia, ma non so esattamente dove si trovi perché si rifiuta di comunicarmelo. All'inizio mi permetteva di parlare saltuariamente con Alex, ma da ottobre ha interrotto anche quelle brevi comunicazioni. E' irreperibile sul suo telefono italiano e su Messenger ha smesso di rispondermi".
Disperato, Maurizio - che non ha a carico nessuna denuncia per molestie, violenze o maltrattamenti - ha immediatamente sporto denuncia ai Carabinieri di Fontanelice (BO). A marzo 2021, dopo 9 nove mesi di battaglie, le indagini preliminari si sono concluse. L'ex compagna di Maurizio è ora accusata di sequestro internazionale di minore, un reato previsto dal Codice Penale italiano (articolo 574 bis) che prevede fino a 4 anni di reclusione. Nel frattempo, però, la donna continua a rifiutarsi di dare proprie notizie e Maurizio continua a non essere informato sulla salute di suo figlio.
"Mi importa poco del procedimento penale", ci confida il 45enne di Milazzo, che si è appellato alla stampa per sollevare l'attenzione sulla sua storia. "Tutto quello che desidero è che mio figlio torni in Italia, dopo di che saranno le autorità competenti a decidere se deve restare con me o con sua madre. Ho solo bisogno di rivederlo, riabbracciarlo e dirgli che gli voglio bene", insiste.
Chiavi nella toppa, primo piano, secondo piano. I passi scanditi dal silenzio della notte. La porta che si apre. Qualcosa non va: troppa quiete. La casa è vuota. Suo figlio di sei anni, Alex, non è a dormire nella sua cameretta. E di Kamila, la compagna polacca con cui da un po' di tempo le cose non vanno più tanto bene, è sparita, così come i vestiti dentro l'armadio e i giochi di Alex. Sul tavolo della cucina, un biglietto scritto con una calligrafia che sembra quella di un bambino, a caratteri enormi: "Sono partita a casa, se vuoi fare la denuncia pensa ai servizi sociali, perché tolgono il bambino sia a me che a te e lo danno a un'altra famiglia. Se è quello che vuoi per tuo figlio, fallo".
E' così che inizia l'odissea di Maurizio Di Blasi, cartotecnico di Milazzo (Messina), che da nove mesi non vede più suo figlio e da quattro non riesce a comunicare con lui. La notte del 16 giugno 2020, la sua ex compagna, Kamila, se n'è andata di casa con il figlio facendo perdere le sue tracce. Grazie ai racconti dei vicini, Maurizio è venuto a sapere che intorno alle undici di sera, mentre lui era a lavoro in un'officina a Massalombarda, un furgone è arrivato sotto casa sua. A bordo c'erano due uomini: "Presumibilmente i fratelli di Kamila", ci dice. "Sono convinto che Kamila abbia portato Alex in Polonia, ma non so esattamente dove si trovi perché si rifiuta di comunicarmelo. All'inizio mi permetteva di parlare saltuariamente con Alex, ma da ottobre ha interrotto anche quelle brevi comunicazioni. E' irreperibile sul suo telefono italiano e su Messenger ha smesso di rispondermi".
Disperato, Maurizio - che non ha a carico nessuna denuncia per molestie, violenze o maltrattamenti - ha immediatamente sporto denuncia ai Carabinieri di Fontanelice (BO). A marzo 2021, dopo 9 nove mesi di battaglie, le indagini preliminari si sono concluse. L'ex compagna di Maurizio è ora accusata di sequestro internazionale di minore, un reato previsto dal Codice Penale italiano (articolo 574 bis) che prevede fino a 4 anni di reclusione. Nel frattempo, però, la donna continua a rifiutarsi di dare proprie notizie e Maurizio continua a non essere informato sulla salute di suo figlio.
"Mi importa poco del procedimento penale", ci confida il 45enne di Milazzo, che si è appellato alla stampa per sollevare l'attenzione sulla sua storia. "Tutto quello che desidero è che mio figlio torni in Italia, dopo di che saranno le autorità competenti a decidere se deve restare con me o con sua madre. Ho solo bisogno di rivederlo, riabbracciarlo e dirgli che gli voglio bene", insiste.
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