Camorra Entertainment 3 - Boss e strozzini: chi c'era al matrimonio di Tony Colombo e Tina Rispoli
pubblicato il 5 novembre 2019 alle ore 17:39
La
terza e ultima puntata di 'Camorra Entertainment', l'inchiesta del
team Backstair di Fanpage.it sul business dei neomelodici napoletani che ha per protagonisti Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, parte dal matrimonio della coppia, celebrato lo scorso 28 marzo e diventato un evento mediatico nazionale, anche grazie
alla diretta di Barbara D'Urso su Canale 5. Tante le polemiche per lo sfarzo e l'ostentazione kitsch: carrozza con cavalli, addirittura trombettieri e giocolieri. Grandi le polemiche intorno alla questione dei permessi che avrebbero consentito alla coppia di celebrare le nozze senza le corrette documentazioni. "La festa ha avuto un'autorizzazione occulta, sicuramente camorristica - ci dice Tommaso Prestieri ex boss della camorra napoletana, oggi condannato all'ergastolo e collaboratore di giustizia e aggiunge - Secondigliano è una specie di Corleone, se uno fa lo spavaldo è perché può permetterselo". Tra gli invitati al matrimonio, dove le telecamere di Fanpage.it erano presenti, anche i fratelli della sposa, Enzo e Raffaele Rispoli, condannati entrambi per associazione a delinquere di stampo mafioso e noti anche per aver seminato il terrore tra i commercianti del quartiere. È proprio uno di questi ultimi a raccontarcelo: "Loro (i fratelli Rispoli, ndr.) mi hanno chiesto 1.500 euro di pizzo". Oltre ai fratelli Rispoli, era presente anche
Crescenzo Marino, il figlio della sposa avuto con Gaetano Marino, attualmente condannato a 4 anni di reclusione per aver strappato l'orecchio a morsi a un amico e
Genny Carra, boss del rione Traiano, arrestato per associazione mafiosa subito dopo il matrimonio. Ma nella lista degli invitati troviamo anche il tavolo 'Di Lauro', nome del gruppo camorristico che per oltre 20 anni ha costruito un impero sulle piazze di spaccio di Scampia. A confermarci la vicinanza dei Rispoli ai Di Lauro è di nuovo il 'maggiordomo', l'uomo che ha seguito Gaetano Marino in ogni sua attività dopo l'incidente a causa del quale quest'ultimo aveva perso entrambe le mani: "È sempre stata una Di Lauro lei (Tina Rispoli, ndr) - ci spiega il maggiordomo - quando uccisero il padre di Gaetano Marino, lei era dai Di Lauro".
L'inchiesta ripercorre gli anni della faida di Scampia, quando Gaetano Marino, ex marito di Tina Rispoli, ammazzato a Terracina, si staccò dal sodalizio dei Di Lauro nel 2004 fondando il gruppo degli Scissionisti. Ad aiutarci in questa ricostruzione è Roberto Saviano che ci spiega: "La famiglia Rispoli è sempre stata 'Di Lauriana', quindi quando la rampolla dei Di Lauro, ovvero la figlia della famiglia Rispoli (Tina Rispoli) sposa il leader degli Scissionisti, questo crea dei problemi agli altri figli. Una volta ucciso Gaetano Marino - continua Saviano - Tina Rispoli non è più rappresentante della famiglia Marino e il suo matrimonio con Tony Colombo diventa il simbolo di una nuova era per Scampia, nella quale Scissionisti e Di Lauro possono tornare di nuovo a essere alleati".
Ma c'è di più. Nel giorno del matrimonio fra Tony e Tina un evento dell'Associazione vittime della camorra, previsto al Castello Maschio Angioino di Napoli viene spostato d'imperio per consentire le nozze trash. "Ha rappresentato - spiegano gli organizzatori, tutti parenti di vittime innocenti di malavita - un'ulteriore vittoria della camorra sul lutto e sul dolore dei familiari delle vittime. Quel matrimonio è stato visto come uno schiaffo a una ferita che non si rimarginerà mai". Un altro scandalo che coinvolge la città di Napoli in quei giorni è il concerto organizzato da Tony per la sua sposa, al quale partecipano vip e telecamere Mediaset, ma del quale sembra non esserci un'autorizzazione ufficiale. Anche qui l'inchiesta di Fanpage.it riesce a ricostruire i passaggi fondamentali di quei giorni in base ai quali è Claudio De Magistris, il fratello del sindaco di Napoli, a tenere i contatti con Tony Colombo, cosa che ha portato la Procura di Napoli ad aprire un'indagine a carico di 8 persone tra cui anche il fratello del sindaco e Tony Colombo.
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