Nasce 117 giorni dopo la morte cerebrale della mamma: "Un caso unico al mondo"
pubblicato il 11 settembre 2019 alle ore 18:31
Dicono che il cuore di una mamma sia profondo come un abisso; quello di Eva, di cui i medici avevano accertato la morte cerebrale, ha continuato a battere, artificialmente, per 117 giorni, solo per sua figlia, offrendo alla sua piccola il dono più prezioso, quello della vita. Si chiama Eliska ed è stata definita la “bambina-miracolo”; l suo caso, secondo il team di medici che ha vegliato su di lei notte e giorno, è unico nel suo genere, destinato a entrare nei manuali di medicina. Sono circa 20 gli episodi simili riscontrati al mondo, ma nessun bambino pare fosse mai riuscito a crescere così tanto e sopravvivere tanto a lungo, nonostante la morte cerebrale della sua mamma. Il destino non è stato buono con Eva, morta in quello che probabilmente era il periodo più bello della sua vita, mentre sognava il volto della bimba che portava in grembo, e non ha mai potuto vedere; è stata trovata senza vita in casa sua, in una piovosa giornata di aprile. Trasportata d’urgenza in elicottero sfidando il tempo per continuare a vivere, la sua lotta, appena giunta all’ospedale di Brno, è diventata subito quella dei medici della rianimazione. Ogni tentativo però è stato vano, e la sera stessa Eva ha smesso di respirare autonomamente. Una malformazione arsero-venosa aveva causato un’emorragia cerebrale per la quale i medici niente hanno potuto, quello che hanno potuto fare però è stato prendersi cura di quel prezioso tesoro custodito nel suo pancione, tanto fragile da pesare pochi grammi, appena 250. Eva era nel bel mezzo della 16esima settimana gravidanza e quella che si prospettava era una sfida quasi impossibile da vincere; per questo i dottori del centro insieme a quelli dell’Università Masaryk hanno formato una squadra senza eguali composta da decine di ginecologi, anestesisti, e non solo, uniti da un’unica missione d’amore: “I medici sono riusciti a mantenere in funzione i suoi organi, in particolare cuore, polmoni e reni, monitorando la crescita del feto. Durante la gravidanza, le infermiere hanno parlato con la bambina, la nonna le ha letto delle storie e un fisioterapista ha mosso le gambe della madre per simulare la camminata". Il 15 agosto, in una sala parto molto più affollata del solito, il pianto di una bambina ha rotto un silenzio pieno di speranza e le lacrime hanno rigato più di un viso. Con un peso di 2130g per 42 cm di lunghezza, Eliska è venuta al mondo e dopo due settimane è stata accolta dal suo papà e dal fratello maggiore in quella casa, dove dalle ceneri di una tragedia è nata la vita.
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