Camorra, colpo all'alleanza di Secondigliano. Il procuratore Melillo: "La sede sociale in ospedale"
pubblicato il 26 giugno 2019 alle ore 17:45
Oltre 100 arresti sono stati compiuti dai carabinieri e dal Ros in esecuzione ai provvedimenti spiccati dalla Procura di Napoli
nei confronti del cartello camorristico "Alleanza di Secondigliano" considerato il principale cartello camorristico della città di Napoli
e della sua area metropolitana. "I giudici hanno riconosciuto l'esistenza di un cartello mafioso denominato Alleanza di Secondigliano - ha spiegato in conferenza stampa
il procuratore generale di Napoli Giovanni Melillo - tutti riconoscevano il ruolo direttivo e apicali dei fondatori ovvero Eduardo Contini, Francesco Mallardo e Maria Licciardi, ma anche delle sorelle Aieta, Anna, Maria e Rita, coniugate con Contini, Mallardo e Patrizio Bosti". Il cartello operatava in una zona vastissima dal Vasto fino a Giugliano passando per Secondigliano. L'unico membro della cupola che si è sottratta all'arresto è Maria Licciardi
a capo del clan del rione Masseria Cardone tra Miano e Secondigliano. Estorsioni, traffico di droga, truffe assicurative ed addirittura il controllo di un ospedale erano gli affari del cartello. "Al di là di ogni immaginazione - ha spiegato Melillo - il cartello controllava un ospedale pubblico, il San Giovanni Bosco, dalle forniture alle assunzioni, fino anche alle relazioni sindacali, tutto nell'ospedale passava dagli uomini del clan Contini". Sono centinaia i casi di estorsione documentati dall'inchiesta, partita nel 2012 e riguardante fatti compiuti fino al 2016, ma non ci sono state denunce, come ha sottolineato il procuratore generale di Napoli.
nei confronti del cartello camorristico "Alleanza di Secondigliano" considerato il principale cartello camorristico della città di Napoli
e della sua area metropolitana. "I giudici hanno riconosciuto l'esistenza di un cartello mafioso denominato Alleanza di Secondigliano - ha spiegato in conferenza stampa
il procuratore generale di Napoli Giovanni Melillo - tutti riconoscevano il ruolo direttivo e apicali dei fondatori ovvero Eduardo Contini, Francesco Mallardo e Maria Licciardi, ma anche delle sorelle Aieta, Anna, Maria e Rita, coniugate con Contini, Mallardo e Patrizio Bosti". Il cartello operatava in una zona vastissima dal Vasto fino a Giugliano passando per Secondigliano. L'unico membro della cupola che si è sottratta all'arresto è Maria Licciardi
a capo del clan del rione Masseria Cardone tra Miano e Secondigliano. Estorsioni, traffico di droga, truffe assicurative ed addirittura il controllo di un ospedale erano gli affari del cartello. "Al di là di ogni immaginazione - ha spiegato Melillo - il cartello controllava un ospedale pubblico, il San Giovanni Bosco, dalle forniture alle assunzioni, fino anche alle relazioni sindacali, tutto nell'ospedale passava dagli uomini del clan Contini". Sono centinaia i casi di estorsione documentati dall'inchiesta, partita nel 2012 e riguardante fatti compiuti fino al 2016, ma non ci sono state denunce, come ha sottolineato il procuratore generale di Napoli.
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