Caporalato alla Straberry di Milano, migranti sfruttati per coltivare fragole: "Non potevamo bere"
pubblicato il 31 agosto 2020 alle ore 07:28
Vessazioni, insulti razzisti e sfruttamento del lavoro nei confronti di un centinaio di braccianti nell'hinterland milanese. Queste le accuse nei confronti di sette persone, tra cui Guglielmo Stagno d'Alcontres, fondatore di StraBerry, la start up lombarda premiata più volte da Coldiretti per la sua produzione ecologica di frutti di bosco. I braccianti, per lo più di origine africana, venivano continuamente insultati per il colore della pelle, minacciati e ricattati, costretti a lavorare senza guanti né mascherine. 10 ore di fila sotto il sole, senza neanche potersi fermare per bere un po' d'acqua o andare in bagno. Il tutto per una paga di 4,50 euro all'ora, la metà del minimo sindacale. I contratti irregolari e le buste paga inesistenti, completano il quadro dell'indagine aperta dalla Procura di Milano sul nuovo caporalato nell'hinterland milanese.
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