I "battenti" incappucciati di Minori in Costiera Amalfitana
pubblicato il 15 aprile 2017 alle ore 16:56
Due tonalità e una flebilità di canto che parla al mondo dell’immortalità dell’anima. Sono i canti dei battenti di Minori, una delle più antiche tradizioni extraliturgiche della Costa d’Amalfi e per la cui tutela, nel 2010, prestò la sua opera intellettuale il grande musicologo Roberto De Simone. Anche quest’anno la forza della fede e della tradizione si rinnova a Minori con i riti della Settimana Santa, uno dei momenti più suggestivi da scoprire nella meravigliosa cornice di questo borgo costiero, in una perfetta sintesi tra liturgia ufficiale e pietà popolare. I Battenti, i peccatori incappucciati, vestiti di bianco e cinti da una corda di canapa, daranno inizio tra qualche giorno ai riti della passione e morte di Cristo. A partire dalla sera del Giovedì Santo, dopo della santa messa in Coena Domini, intoneranno il loro intenso canto, diviso per i differenti toni, detti “e vascie” (di sotto) e “e ncoppe” (di sopra), una definizione che nasce dalla presenza di due confraternite anticamente attive sul territorio, la prima ubicata in pianura, l’altra nella zona collinare del paese. La processione penitenziale del giovedì si svolge lungo le vie cittadini per concludersi, poi, in tarda serata nella Basilica di Santa Trofimena. I peccatori incappucciati, sfileranno poi alle le prime luci dell’alba del Venerdì Santo. Intorno alle cinque del mattino i Battenti raggiungeranno con il loro canto anche le frazioni più lontane dal centro cittadino, per poi tornare in Basilica intorno mezzogiorno per intonare l’ultima penitenziale. Si tratta di una delle tradizioni più antiche di tutta la Costiera Amalfitana, quella del canto dei Battenti. Una consuetudine che nasce dall’incontro tra religione cristiana e riti pagani e che si tramanda sin dal lontano XIV secolo grazie all’Arciconfraternita del SS. Sacramento che ne è la custode, trovando la sua massima espressione nella Processione del Venerdì Santo. Ed è questo forse, il momento culminante di tutta la Settimana Santa di Minori, quando tutte le luci si spengono e le strade e i vicoli di Minori vengono illuminate dalla sola luce di fiaccole e lumini. Nella calda penombra che si spinge fino al mare, il paese intero si prepara a rivivere la Passione di Cristo, in un’atmosfera unica, avvolta dal mistero di questo antico rito. Quello che si canta per le strade è una Via Crucis; questi canti sono tramandati oralmente da generazioni, e studi recenti non sono riusciti a dimostrare la provenienza dei testi, i quali probabilmente sono posteriori alla melodia, ma nello stesso tempo hanno, però, individuato che ciò che viene cantato sono melodie antichissime definite e fissate nel periodo barocco. Ai canti in strada si aggiungono quelli “e rind’ a chiesa”(canti in chiesa), che si eseguono durante la visita al “sepolcro” (l’Altare della Reposizione). Essi, preceduti dal canto del Perdono mio Dio, sono invocazioni alla Madonna. Infine, come ultimo canto caratteristico dei Battenti, abbiamo il Pianto di Maria che si esegue all’uscita dalla chiesa. A questi va aggiunto il canto “Sento l’amaro pianto”,l’unico non eseguito a cappella, che viene cantato il Venerdì Santo sera durante la processione del Cristo Morto. Negli ultimi anni grazie ad alcune giornate di studio, organizzate dalla suddetta Arciconfraternita e dal Centro di cultura e storia locale, diversi studiosi si sono accostati allo studio dei canti e dei riti dei Battenti di Minori dal punto di vista teologico, musicale e antropologico; tra questi menzioniamo il teologo prof. padre Edoardo Scognamiglio, l’antropologo prof. Luigi Maria Lombardi–Satriano e l’etno – musicologo Roberto De Simone.
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