Strage bus di Avellino, la super perizia: "Disastro si poteva evitare, barriere in cemento vecchie"
pubblicato il 13 settembre 2018 alle ore 11:55
Il 28 luglio 2013 un bus che trasportava fedeli di Padre Pio si schianta contro le barriere dell'A16, ad altezza di Monteforte Irpino. Un guasto ai freni avrebbe costretto il conducente a una manovra estrema per evitare le auto, senza riuscire però a scongiurare l'impatto con il new jersey. Il bus precipita; un volo di 30 metri che causa la morte di 40 persone. I pochi sopravvissuti riporteranno danni permanenti. A cinque anni da quell'incidente, le famiglie delle vittime chiedono giustizia e che la concessione ad Autostrade per l'Italia sia revocata. Ma cinque anni dopo è soprattutto il momento del perito scelto dal giudice Luigi Buono, per effettuare una perizia per conto del tribunale di Avellino durante il processo ancora in corso. Il perito, il professor Felice Giuliani, docente di ingegneria all'università di Parma, punta il dito proprio contro la scarsa manutenzione del new jersey, che se non usurato avrebbe "derubricato al rango di grave incidente stradale" quello che invece ha causato la morte di 40 persone.
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