Omicidio Claps, i protagonisti di un giallo lungo 24 anni

 

L' omicidio di Elisa Claps è avvenuto a Potenza, nella chiesa della Santissima Trinità, domenica 12 settembre 1993. Il corpo della ragazza, uccisa a coltellate a 15anni, è stato rinvenuto, ormai mummificato, nella soffitta della chiesa amministrata da Don Domenico Sabìa, solo il 17 marzo del 2010, dopo la morte del sacerdote. Sugli abiti della vittima sono state trovate tracce del DNA di Danilo Restivo, un corteggiatore di Elisa, all'epoca diciannovenne. Nel periodo del ritrovamento l'uomo era indagato per l'omicidio di Heather Barnett, la sua vicina di casa in Inghilterra, dove si era trasferito. Nonostante già all'epoca delle prime indagini sulla morte di Elisa, Restivo avesse precedenti per stalking e si fosse presentato poche ore dopo la scomparsa di Elisa all'ospedale ferito e sporco di sangue, la pista che lo riguardava fu abbandonata dall'allora pubblico ministero Felicia Genovese, poi finita al centro dell'inchiesta Toghe Lucane, di Luigi de Magistris. Anni dopo il suo nome tornò nelle indagini sul caso, quando un pentito di Ndrangheta fece il nome di suo marito, Michele Cannizzaro, a proposito dell'omicidio dei coniugi Gianfredi. Secondo l'affiliato la coppia sarebbe stata uccisa su mandato del Cannizzaro. Proprio ai due sarebbe stata affidata l'incombenza di occultare il corpo di Elisa. Anni dopo l'inchiesta è stata avocata dalla Procura di Salerno che ha incriminato Restivo solo nel 2010, dopo che la polizia inglese lo aveva arrestato per il caso Barnett. La storia della morte di Elisa Claps, dopo 24 anni, contiene ancora diversi interrogativi: l'assassino godette della protezione di qualcuno? Perché non fu arrestato all'epoca dei fatti, quando c'erano già evidenze a suo carico? Quale fu il ruolo della Massoneria, cui il padre di Danilo, Maurizio Restivo, era legato e cui anche il marito della pm incaricata del caso, Michele Cannizzaro, era affiliato?