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D’Amico a Fanpage.it: “Con il patto per l’Abruzzo abbiamo dimostrato che esiste un’alternativa alle destre”

Alla vigilia del voto, si infiamma la sfida per le regionali in Abruzzo. Il centrodestra è convinto di riuscire a difendere una delle roccaforti della premier Meloni, ma il centrosinistra crede nella rimonta, forte dello slancio dato dalla vittoria in Sardegna. Fanpage.it ha intervistato il candidato governatore del fronte progressista Luciano D’Amico, sostenuto dal Patto per l’Abruzzo, che comprende un fronte larghissimo: dal Pd ad Azione, dal M5S all’Alleanza Verdi e Sinistra. “La pluralità della coalizione non è un handicap, ma il nostro punto di forza”, dice D’Amico. E assicura: “Al voto dimostreremo che l’alternativa alle destre è concreta”
A cura di Marco Billeci
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Luciano D'Amico è il candidato del fronte progressista per il ruolo di governatore dell'Abruzzo, al voto per le elezioni regionali di domenica 10 marzo. Economista, già rettore dell'università di Teramo, D'Amico è riuscito nell'impresa di convogliare a sostegno della sua candidatura tutte le forze del centrosinistra, in quello che è stato definito il "campo larghissimo". Sotto la sigla del "Patto per l'Abruzzo", infatti, ad appoggiare la sua corsa ci sono il Pd e i 5 Stelle, ma anche Azione e Italia Viva, fino all'Alleanza Verdi e Sinistra.

I leader del centrodestra e il governatore uscente ricandidato Marco Marsilio hanno attaccato spesso D'Amico su questo punto, accusandolo di guidare una compagine troppo disomogenea, composta da partiti spesso in disaccordo tra loro. Per il candidato del centrosinistra invece, la pluralità delle forze che lo sostengono è un valore aggiunto. "La ricchezza di questa coalizione ne rappresenta il punto di forza  – dice D'Amico ai microfoni di Fanpage.it -. La capacità di osservare i problemi, di cercare delle soluzioni da più punti di vista, da diverse prospettive ci consentirà di riportare l'Abruzzo sul sentiero dello sviluppo".

A Fanpage.it, D'Amico racconta come è nata la sua candidatura: "Parte da un progetto politico molto bello. I rappresentanti regionali delle forze politiche che hanno dato vita al Patto per l'Abruzzo hanno condiviso delle linee programmatiche, riuscendo a trovare uno straordinario consenso su come affrontare i problemi della regione e come riportare l'Abruzzo nel futuro". Prosegue l'ex rettore: "Dopo di che mi hanno chiesto la disponibilità a correre come governatore. Io ho accettato, onorato di questa proposta. E davvero con spirito di servizio nei confronti delle abruzzesi e degli abruzzesi, mi auguro di poter essere uno strumento utile perché si realizzi questo grande sogno".

Un segnale al governo

La corsa alla presidenza dell'Abruzzo si è infiammata ancora di più, dopo l'inaspettata vittoria di Alessandra Todde, in Sardegna. Il centrosinistra ora crede nella rimonta anche in una regione,  considerata fino a poco tempo fa un fortino inespugnabile di Meloni e Fratelli d'Italia. Un'eventuale vittoria in Abruzzo, a questo punto, sarebbe un segnale forte anche per il governo nazionale? Risponde D'Amico: "Io credo che il segnale sia già stato dato, perché la semplice costituzione di una coalizione così ampia è di per sé un grande risultato. Il Patto per l'Abruzzo ha già dimostrato che è possibile un'alternativa a queste destre. Poi sono convinto che il 10 marzo riusciremo a realizzare concretamente questa alternativa".

Nella sua campagna elettorale, tuttavia, D'Amico si è concentrato soprattutto sulle questioni del territorio, a partire dalla sanità, tema sul quale ha attaccato duramente la gestione di Marsilio. "La sanità regionale è stata lasciata a se stessa – dice a Fanpage.it il candidato del centrosinistra -. Noi vogliamo realizzare con rapidità un piano di riordino della medicina territoriale, il primo baluardo per offrire agli abruzzesi un servizio sanitario degno di questo nome.E vogliamo poi riprogrammare la rete ospedaliera". L'obiettivo è che "si inizi a pensare non più in termini di assistenza sanitaria, ma di benessere da assicurare ai cittadini. Questa la svolta che in cinque anni vogliamo realizzare. Naturalmente immaginiamo che già nei primi mesi si possano risolvere problemi gravissimi come le liste d'attesa, i pronto soccorso intasati, la mobilità passivi".

La battaglia sulla Roma-Pescara

Anche le questioni dello sviluppo economico e infrastrutturale della regione sono ovviamente al centro del dibattito. Su questo punto, nei giorni precedenti al voto, il governo ha provato a dare una spinta al governatore uscente Marsilio, assicurando quasi un miliardo di euro, per opere da realizzare sul territorio. Tra questi, la parte del leone la fanno i 720 milioni destinati al raddoppio di alcune tratte della linea ferroviaria Roma-Pescara. L'esecutivo in questo modo ha rifinanziato una parte del progetto, che era stato tagliato dal Pnrr. "Io spero che sia vero questo annuncio, perché la Roma-Pescara è un'infrastruttura davvero strategica per la nostra regione e auspico che si possa realizzare al più presto. Ci batteremo perché questo accada", replica D'Amico.

La sua ricetta per il rilancio economico della regione però è più ampia: "Vogliamo innovare, innovare, innovare. Innovare nelle imprese, negli enti e nella pubblica amministrazione". Spiega D'Amico: "Noi abbiamo in Abruzzo quattro università di primo ordine davvero straordinarie, che fanno una ricerca di grande qualità e abbiamo un sistema imprenditoriale altrettanto di prim'ordine. Dobbiamo mettere in collegamento il sistema universitario con il sistema delle imprese. Trasformare i risultati della ricerca scientifica delle università in conoscenza utile per le imprese. Ci riusciremo, ne sono convinto e rilanceremo lo sviluppo".

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