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Pina Picierno: “Europee non sono rivincita delle Politiche, facciamo capire che i sovranisti non sono all’altezza”

In un’intervista a Fanpage.it la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno parla della sfida che attende gli europeisti: “Ritrovare entusiasmo nel racconto della UE, opporsi alla narrazione dei sovranisti”.
A cura di Redazione
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Le elezioni Europee dovranno misurarsi sulle diverse idee d’Europa, sulle proposte per migliorare i processi e sulla volontà di avviare una vera legislatura costituente. Sarebbe sbagliato trasformarle in una contesa nazionale. Non dobbiamo immaginarle come un secondo tempo delle elezioni Politiche o come un momento in cui stabilire primati personali”. È questo il pensiero di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo ed europarlamentare del Partito democratico, reduce da una serie di eventi con la presidente Roberta Metsola. Un’occasione per ribadire che solo con una piattaforma a forte vocazione europeista si può contrastare la narrazione dei sovranisti.

Nell’intervista con Fanpage.it, Picierno parte proprio dal confronto con l’evento organizzato da Matteo Salvini con altre formazioni sovraniste: “La fotografia di Firenze ci restituisce un’immagine fuori dalla storia, quella di un’Europa delle piccole patrie, rinchiuse nei loro confini nazionali, che scommettono sulla paura delle persone”. Nella sua lettura, le contraddizioni interne al progetto di Salvini sono evidenti, basti pensare alla sua esultanza per la vittoria di Geert Wilders, “che ricordiamo tutti con il cartello ‘mai un centesimo all’Italia’”. Invece, spiega Picierno, “noi siamo dall’altro lato, quello di una maggioranza che ha governato in anni così difficili e ora sta lavorando per riformare i processi di governo in Europa”.

Le prossime elezioni, in questo senso, saranno uno snodo importante: “Io credo che la maggioranza futura del prossimo Parlamento Ue non cambierà, sarà la stessa di questa legislatura e si baserà su un’alleanza fra forze europeiste che credono nella necessità di riformare i trattati e avviare una legislatura finalmente costituente, che dia all’Europa la capacità di decidere e di stare al mondo con la forza che richiedono le grandi sfide che abbiamo di fronte. Questo disegno lo possono portare avanti solo gli europeisti, che devono rendere l’UE all’altezza dei bisogni dei cittadini europei”.

Infine, un passaggio sulla guerra in Ucraina: “Se si racconta il sostegno a Kiev come un sostegno a un amico in difficoltà, è chiaro che può essere legittimo parlare di stanchezza. Ma non è così, perché qui parliamo dell’idea stessa di Europa. Putin ha dichiarato guerra al sistema di valori che noi ci siamo dati e riconosciamo. Sostenere l’Ucraina significa sostenere il cuore stesso della politica estera e del nostro sistema democratico. Dobbiamo continuare a dare segnali chiari e senza ambiguità, mantenendo una postura coraggiosa e ambiziosa”.

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